Il ministro Galletti in Sardegna, da Ganau a Cappellacci è un coro di no al deposito scorie

Esprimendo “la preoccupazione del Consiglio regionale e di tutti i sardi per la voce insistente che indica la Sardegna come possibile deposito per le scorie nucleari”, il presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau, ribadisce il “no deciso” al progetto in occasione della visita a Cagliari del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. “Oggi siamo un popolo consapevole e – spiega – le palesiamo la nostra indisponibilità a farci carico di quella che sarebbe un’altra intollerabile servitù”, scrive Ganau rivolgendosi all’esponente del governo. Il presidente del Consiglio ricorda che sono molti i temi delicati venuti alla ribalta in questi mesi, “tutti inscindibilmente legati alle prospettive di un reale sviluppo sostenibile per la Sardegna”, dalla questione del peso delle servitù militari “non più tollerabile in termine di sottrazione di sovranità oltre che di inquinamento”, a quella “irrisolta” delle emergenze ambientali, sino ad arrivare al ciclo dei rifiuti e del loro smaltimento e “all’emorragia delle aree interne e dei piccoli centri che va fermata attraverso una distribuzione più equilibrata della popolazione e dei servizi sul territorio”. Secondo Ganau, “proporre uno sviluppo sostenibile per la Sardegna, come per qualunque altra regione, é un lavoro lungo e impegnativo, ma non utopico. Ed é evidente – sottolinea – che in Sardegna, più che altrove, non dobbiamo più permettere la contrapposizione tra diritti inalienabili, come quello alla salute e ad un ambiente salubre a quello del lavoro”.

Cappellacci (Fi). “Nessun finto confronto pubblico, nessun comitato interministeriale possono sovvertire il pronunciamento democratico del 97% dei sardi, che ha detto un chiaro no alle scorie nucleari nell’isola”. Ugo Cappellacci, consigliere di Forza Italia, ribadisce ancora una volta la netta contrarietà all’ipotesi che la Sardegna venga scelta come sede del deposito nazionale delle scorie radioattive. “Non esiste una volontà più forte – sottolinea – né una consultazione più pubblica, trasparente e democratica di un referendum. Un Governo di eletti da nessuno non può permettersi neanche di rimettere in discussione la decisione di un intero popolo. Dietro le parole fumose di Galletti c’è solo un rinvio delle decisioni perché il Governo Renzi vuole scavalcare il periodo elettorale. Le parole fumose non ci interessano: dicano chiaramente che la Sardegna non sarà scelta come deposito e si assumano per una volta la responsabilità delle loro scelte. Quando invece – conclude l’ex governatore – un Governo che campa di annunci quotidiani si nasconde dietro il segreto, non possiamo che denunciare questo silenzio e continuare a batterci affinché la Sardegna non venga messa di fronte al fatto compiuto da chi ipotizza di trasformarla nella pattumiera nucleare d’Italia”.

Pittalis (Fi). “Un altro ministro viene in Sardegna e, tra il formale e l’informale, non assume nessun impegno. Avremmo voluto sentire solo una frase: l’isola non ospiterà il deposito delle scorie radioattive. Tutto il resto non ci interessa, perché quello sulla fase di ascolto è un ritornello già sentito”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, sulla visita oggi a Cagliari del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. “La Sardegna ha già svolto la sua fase di ascolto con il referendum del 2011, con un esito inequivocabile, perché il 97% dei cittadini ha detto no alle scorie radioattive. Assodato questo – conclude Pittalis – non c’è seminario o comitato interministeriale che tenga”.

Busia (Cd). “Le affermazioni del ministro Galletti sembrerebbero ignorare che riguardo alle possibilità che la nostra Isola possa accogliere siti di stoccaggio o deposito di rifiuti nucleari, la Sardegna ha già detto no a tutti i livelli, istituzionali e non”. Lo afferma la consigliera regionale del Centro Democratico, Anna Maria Busia, riproponendo con forza la posizione del suo partito in merito allo stoccaggio di scorie radioattive in Sardegna. “I cittadini hanno espresso la loro contrarietà tramite un referendum – prosegue Busia – il presidente della Regione, il Consiglio regionale, numerosi comitati e movimenti spontanei, varie associazioni hanno manifestato senza mezzi termini la contrarietà assoluta dell’intera Sardegna a ospitare nel proprio tettorio siti di stoccaggio delle scorie radioattive. Tra pochi giorni in Consiglio regionale inoltre sarà discussa una mozione sull’argomento, presentata dai partiti del centrosinistra, con cui si chiede appunto al presidente della Regione e all’assessore regionale dell’Ambiente di attuare tutte le iniziative opportune e necessarie, affinché, in seguito a un confronto con il Governo nazionale, sia rispettata la scelta presa dai sardi in occasione del Referendum consultivo del maggio 2011, di non volere nel proprio territorio installazioni di depositi e stoccaggio di scorie nucleari”. “Su questo tema – conclude Busia – non possono esserci tentennamenti né margini di trattativa. Siamo tutti pronti a combattere con ogni mezzo per fare in modo che la volontà dei sardi sia rispettata e che la Sardegna non sia penalizzata ancora una volta da scellerate decisioni adottate lontano dall’Isola, in spregio del volere e dei diritti dei cittadini sardi”.

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