Nel giorno in cui il disegno di legge sull’Urbanistica fa il suo ingresso nell’Aula del Consiglio regionale con le relazioni di maggioranza e di minoranza, il movimento Autodeterminatzione è stato in Tribunale per vidimare i moduli per la raccolta firme a richiesta di un referendum consultivo sulla Legge Urbanistica che il consiglio regionale si propone di approvare. La consultazione ha l’obiettivo di chiamare i sardi a esprimersi per decidere se la legge debba essere approvata o respinta.
Tutte le ragioni del no. “Riteniamo che tale legge non rispetti le aspettative e il territorio dei sardi – spiegano gli esponenti del movimento – riteniamo anche che l’attuale governo della Regione Sardegna, essendo in scadenza e certo di non essere riconfermato dal voto, non sia legittimato ad approvare e imporre una legge di tale importanza che presenta carenze significative nella sua visione d’insieme e in ordine a servitù militari, viabilità, trasporti, zone interne, e aree rurali”. “È stato più volte pubblicamente denunciato – osservano – da parte di professionisti che il processo partecipativo necessario per una legge condivisa è stato formale e lacunoso e, pertanto, è quanto mai necessario esprimersi attraverso uno strumento di democrazia partecipativa sull’opportunità e utilità, per la Sardegna, di approvare oggi la legge urbanistica”. È da respingere, secondo Autodeterminatzione, “l’equazione sviluppo, promozione del turismo e allargamento della stagione turistica attraverso aumento di volumetrie e cementificazione, senza risolvere prima problemi ben più annosi quali viabilità, trasporti e diversificazione dell’offerta. È questa una visione vecchia che ha portato a violentare e svendere la Sardegna e non può più essere accettata”. Il testo del referendum indetto ai sensi della legge regionale è: “Siete voi contrari all’approvazione, da parte del Consiglio Regionale della Sardegna del disegno di legge ‘testo unificato DL 409- PPLL 19-418-438’ editato da IV Commissione permanente in data 09.08.2018 recante ‘Disciplina generale per il governo del territorio?'”.
Tutti i dubbi del Cal. Il testo arriva in Aula senza il parere del Consiglio delle autonomie locali (36 sindaci). Un parere che non ci sarà perché, come ha scritto con un lungo post su Facebook la sindaca di Fonni, Daniela Falconi, “l’assemblea del Cal non verrà convocata”. Movimenti interni che hanno portato a un comunicato congiunto firmato da dieci sindaci, quelli della IV Commissione istruttoria Una nota che mette in evidenza i nei: la burocratizzazione e una visione “troppo omogenea del territorio”, come se la Sardegna fosse solo costa. Nei mesi scorsi tra i detrattori più agguerriti (soprattutto sulle deroghe al piano paesaggistico regionale e alla soglia di salvaguardia delle coste) le associazioni ambientaliste, alcune riunite nella Consulta del territorio.
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Foto d’archivio