Finanziaria 2018. “Famiglie e imprese risparmiano 230 mln, tasse invariate”

“La Finanziaria 2018 non tocca Irpef e Irap“, ovvero le tasse che pagano cittadini e imprese. È questo uno dei punti chiave su cui è stata costruita la manovra regionale del prossimo anno, presentata questa mattina a Villa Devoto dal presidente Francesco Pigliaru e dall’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci (qui i macronumeri). “Non aumentare le aliquote significa per famiglie e aziende un risparmio di 230 milioni”, hanno detto.

Pigliaru e Paci hanno ricostruito coi numeri l’ammontare delle risorse che “preferiamo lasciare nella disponibilità di cittadini e imprese, per consumi e investimenti”. Cominciando dall’addizionale Irpef, “in Sardegna l’aliquota è all’1,23, a prescindere dal reddito (lo stesso succede in Valle d’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia e nella provincia autonoma di Trento). Se aumentissimo l’Irpef al 2,03, come hanno fatto in Piemonte, Campagnia, Molise e Lazio per coprire il disavanzo della sanità e si tratta peraltro di una condizione in cui ci troviamo, famiglie e aziende sarde pagherebbero nel 2018 130 milioni di euro in più”. In Emilia Romagna, Liguria e Basilicata l’aliquota varia da 1,33 a 2,33; nelle Marche da 1,23 a 1,73; in Lombardia da 1,23 a 1,74; in Umbria da 1,23 a 1,83; in Puglia da 1,33 a 1,73; in Toscana da 1,42 a 1,73; in Abruzzo, Calabria e Sicilia è per tutti all’1,73.

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Stesso discorso sull‘Irap. “Nell’Isola – hanno spiegato il presidente e l’assessore – l’aliquota è al 2,93 (si paga meno solo nelle provincie autonome di Trento e Bolzano, rispettivamente il 2,30 e il 2,68). Se aumentassimo l’Irap al 4,8-4,9, come accade in Sicilia, Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise e Puglia, le imprese sarde dovrebbero versare il prossimo anno 100 milioni in più”. Per le aziende dell’Isola “il risparmio è comunque di 50 milioni rispetto a quanto si paga attualmente con l’aliquota al 3,90, come succede in Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, UMbria e Veneto”. Nelle Marche l’aliquota è al 4,73, mentre in Campagnia al 4,97.

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Pigliaru e Paci hanno detto ancora: “In una regione come la nostra, che sta uscendo dalla crisi, è necessario mantenere le aliquote di Irpef e Irap al valore minimo per continua ad accompagnare il percorso di ripresa centrato. Un obiettivo raggiunto per la prima volta lo scorso anno, dopo che per sette anni consecutivi in cui il Pil (prodotto interno lordo) è stato negativo”.

Alessandra Carta.
(@alessacart on Twitter).

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