Gli attivisti dei movimenti che da Cagliari sono partiti per Roma per dire ancora una volta no alle bombe prodotte in Sardegna sono stati bloccati mentre tentavano di manifestare davanti al Quirinale. Avevano lo striscione che sintetizza ormai da mesi la loro protesta: ‘fermiamo la fabbrica di bombe’. Il riferimento è sempre quello: lo stabilimento Rwm di Domusnovas, a qualche decina di chilometri da Cagliari. Dopo lo stop i manifestanti si sono fermati in piazza Madonna di Loreto, vicino al Quirinale. E lì, nella gradinata, hanno esposto i manifesti e le foto dei bambini uccisi dalle bombe nello Yemen. Una mattinata anche di messaggi e slogan gridati al megafono. Sardegna pulita e le altre associazioni dicono no agli ordigni bellici e sì alla riconversione della fabbrica per salvare i posti di lavoro.
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Non è la prima volta che gli attivisti sbarcano a Roma: circa un mese fa erano stati protagonisti di un analogo blitz davanti all’ambasciata dell’Arabia Saudita, il paese, secondo i movimenti, destinatario delle bombe prodotte in Sardegna. Si teme anche un raddoppio dello stabilimento. Per questo motivo nei mesi scorsi il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna si sono costituiti nella Conferenza dei Servizi convocata per il procedimento autorizzativo in qualità di portatori d’interesse diffuso. Giovedì ci sarà un sit-in davanti agli uffici comunali di Via Isonzo 7 a Iglesias. “Il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna – spiegano – mentre continuano a sperare in un ripensamento da parte del Comune di Iglesias chiedono alla politica locale, regionale e nazionale, così come alle autorità religiose e morali, di intervenire a sostegno di una soluzione che scongiuri tutto questo e sollevi il territorio dal coinvolgimento in un conflitto definito dall’ONU la peggiore catastrofe umanitaria di questo secolo”.