Enti locali, la maggioranza si spacca: bocciata la ‘Gallura metropolitana’

Ma la svolta sulla riforma potrebbe arrivare in mattinata, se dovesse passare l’emendamento che definisce lo schema amministrativo.

Ancora uno strappo, ancora una divisione per la maggioranza in Consiglio regionale: questa mattina, alla ripresa dei lavori nell’aula di via Roma che da martedì sta discutendo la riforma degli Enti locali, è stato bocciato l’emendamento che prevedeva per la Gallura il riconoscimento a rete metropolitana, al pari di Sassari.

La proposta modificava l’articolo 2 della legge. Primo firmatario, il dem gallurese Giuseppe Meloni. Ma l’emendamento era stato sottoscritto anche dall’altro consigliere del territorio, il maddalenino Pierfranco Zanchetta (Upc), e dal socialista Raimondo Perra. In quota minoranza si era accodato l’azzurro Giuseppe Fasolino, anche lui eletto nel Nord-est, precisamente nel Comune di Golfo Aranci di cui è sindaco (Meloni, invece, è primo cittadino a Loiri Porto San Paolo).

Alla conta dei voti, però, la proposta per la Gallura metropolitana è stata bocciata: per la maggioranza, alla fine, hanno detto sì solo Meloni e Zanchetta, mentre Perra ha deciso di non esprimersi uscendo dall’aula. Fasolino era assente. Compatto, invece, il resto dell’opposizione che ha sostenuto l’emendamento, ma l’appoggio non è bastato a far passare la modifica.

Meloni, in sala stampa, ha detto: “Nella decisione di penalizzare la Gallura, credo ci siano equilibri regionali più ampi che la Giunta ha preferito rispettare. Noi abbiamo porto e aeroporto: non si capisce perché i due scali permettano a Sassari di essere una rete metropolitana, mentre ciò non vale per il nostro territorio”.

In aula il dibattito sta proseguendo lentissimo: il centrodestra, al momento, non ha alcuna intenzione di ritirare i 4.200 emendamenti presentati, tra i 3mila dei Riformatori e i 1.200 del Psd’Az. Si aggiungano i 66 soppressivi scritti a dicembre dalla maggioranza.

Ma in questi giorni Pd e alleati ne hanno aggiunto degli altri: per esempio i due che portavano da 30mila a 10mila abitanti la soglia minima per diventare città media. Una modifica l’avevano protocollata il presidente della commissione Riforme, Francesco Agus (Sel) e il vicecapogruppo Pd, Roberto Deriu; l’altra era stata firmata dal gruppo consiliare Pds-Cd (Sovranità, democrazia e lavoro). Ieri però entrambi gli emendamenti sono stati ritirati dalla maggioranza. L’opposizione li ha poi fatti propri, ma sono stati bocciati.

L’unico spiraglio di pace che si intravede tra schieramenti riguarda la possibilità di sopprimere da subito anche le vecchie Province (Cagliari, Sassari, Nuoro e e Oristano), non solo le nuove (Sulcis, Medio Campidano, Ogliastra e Gallura). Se n’è fatto portavoce ancora Meloni, il quale ha ricordato: “Noi vogliamo tenere in piedi gli enti intermedi per svolgere le funzioni fondamentali (scuole, strade e ambiente). Io credo invece che il percorso vada accelerato: anche perché si tratterebbe di cancellare solo le Province di Nuoro e Sassari, visto che Cagliari diventa Città metropolitana e Oristano non è di rango costituzionale”.

A favore di questa soluzione si è espresso anche Zanchetta, a dimostrare che la Gallura, dopo la bocciatura del riconoscimento a rete metropolitana, non si allineerà con facilità al resto della maggioranza. In questo senso un segnale è arrivato anche da Franco Sabatini, consigliere dell’Ogliastra, quindi altro esponente di un territorio che con questa riforma perderà la propria autodeterminazione.

Nella fila del centrodestra, uno dei più attivi è Ignazio Locci, l’azzurro del Sulcis che a nome di tutto il centrodestra sta portando avanti “la battaglia per l’istituzione di due città metropolitane piene, una a Cagliari e una a Sassari”. Locci ha detto: “Questa riforma sta diventando il cimitero degli enti locali, non l’occasione per riorganizzare il sistema delle autonomie”.

Tuttavia, se a breve dovesse passare, come probabile, l’emendamento totale all’articolo 2, quello che definisce quali tipi di enti riconosce le norme – e si va dalla città metropolitana alle città medie, passando per la rete metropolitana di Sassari – la maggioranza farebbe un passo avanti. Definirebbe, una volta per tutte, lo schema amministrativo generale. Se così sarà, resta solo da capire cosa deciderà di fare il centrodestra con la valanga di emendamenti che rischiano di tenere bloccato il Consiglio per cinque mesi, nel caso in cui non venissero ritirati.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share