Due consigliere di M5s vicine a Salvini. Lite tutta sarda, segnalazione a Roma

Quattro contro due. Sono queste le proporzioni dello scontro che si è aperto nel gruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale. Da una parte Desirè Manca, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi e Alessandro Solinas; dall’altra Carla Cuccu ed Elena Fancello, che stanno mostrando segni di simpatia per la Lega di Matteo Salvini. Oggi la goccia che ha fatto traboccare il vaso: nell’Aula di via Roma è passata la mozione sul referendum abrogativo proposta da Salvini. Obiettivo: cancellare il proporzionale dalla legge elettorale nazionale, il Rosatellum bis. È successo che la Cuccu e la Fancello si sono schierate con la maggioranza di centrodestra, facendo le franche tiratrici di un voto che, sulla carta, sarebbe dovuto restare segreto. Ma è andata diversamente. Le due consigliere ‘ribelli’ sono così finite sulla graticola, messe lì dagli stessi colleghi dei Cinque Stelle.

A rendere pubbliche le frizioni nel Movimento è stata proprio la Manca, capogruppo in Consiglio. “Non ci aspettavamo questa posizione – ha riferito all‘Ansa -: il voto a favore sulla mozione va contro le direttive nazionali”. Quindi la sottolineatura: “Ne prendiamo atto”. Ma a questo punto non si possono escludere provvedimenti contro le due ‘ribelli’ considerate simpatizzanti della Lega. “I vertici di M5s – precisa ancora la Manca – sono stati informati di quanto accaduto oggi, poi non spetta a me entrare nel merito delle azioni che eventualmente prenderà lo staff”.

Ci sono due precedenti che ‘inchiodano’ la Cuccu e la Fancello, considerate da tempo distanti da M5s. Sempre stando a quanto filtra dal gruppo Cinque Stelle in Consiglio, una settimana fa le due onorevoli hanno presentato da sole una proposta di legge sui disturbi alimentari e lo hanno fatto senza avvisare gli altri quattro colleghi. E questo nonostante  una regola interna imponga la massima condivisione. Non solo: le due ‘ribelli’ hanno anche sottoscritto un’interrogazione depositata dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus. Insomma, quanto basta per capire che tra i grilllini della massima assemblea sarda non tutto fila liscio.

Dal canto loro le due esponenti di M5s si difendono con le unghie e con i denti. “In tempo di confusione politica, come sta accadendo adesso, ritengo sia necessario accendere i riflettori sull’essenza della democrazia – ha detto la Cuccu, sempre all’Ansa -. È quanto mai necessario riportare gli italiani alla responsabilità di scegliere a quale forza politica delegare il mandato rappresentativo senza frammentare la scelta, finendo per impedire la stabilità governativa”. Un passaggio non troppo chiaro, ma sufficiente per far capire che la Cuccu vuole le mani libere. E sulla mozione Salvini ha ribadito: “Il Movimento non ha dato alcuna indicazione, c’era libertà di voto”. A seguire una puntualizzazione: “Escludo che possano esserci provvedimenti nei nostri confronti perché il movimento nasce come forza politica composta da diverse sensibilità. Non abbiamo alcun capo bastone che ci chiama e ci dice che cosa dobbiamo fare”.

Sulle lite in casa M5s fiocca il gossip tra i consiglieri regionali. Secondo una scuola di pensiero le due esponenti di M5s starebbero facendo le valigie verso un partito della maggioranza. Se il divorzio è vicino, non passeranno troppe settimane perché il cambio di casacca venga ufficializzato. Sarebbe di sicuro un fatto clamoroso: gli M5s sono approdati nel palazzo di via Roma per la prima  volta alle Regionali di febbraio 2019. Una loro uscita dal Movimento diventerebbe un fatto certamente clamoroso. (al. car.)

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