Dialogano Partito dei sardi e Progres, i blocchi indipendentisti si moltiplicano

Le elezioni politiche del prossimo 4 marzo stanno cambiando pelle all’indipendentismo sardo, mai come ora vivace nell’intavolare nuove trattative: l’ultimo tassello che si aggiunge è dato dalle prove di dialogo tra il Partito dei sardi (Pds) e ProgRes. Al tavolo si sono seduti i rispettivi segretari nazionali, Paolo Maninchedda e Gianluca Collu.

È ricco di significati politici l’incontro tra i due esponenti indipendentisti. Sul fronte del Partito dei sardi, il voler dar vita a “un blocco nazionale” in vista delle Regionali del 2019 equivale ad archiviare definitivamente la possibilità di un’alleanza col Pd per il voto di marzo. Sul punto Maninchedda stava trattando col segretario dei dem sardi, Giuseppe Luigi Cucca, ma il 9 gennaio il Consiglio nazionale del PdS ha detto stop (leggi qui). Cucca ha provato a insistere, invitando il partito a ripensarci, senza però ricevere alcun altro segnale di apertura da parte di Maninchedda. Il quale sembra aver cambiato registro mettendosi, insieme a ProgRes, alla guida di una ipotetica coalizione sul modello che lo stesso Maninchedda aveva proposto anche al Pd. Cioè un’alleanza a “trazione indipendentista” che non esclude quindi i partiti tradizionali.

Quanto alle intenzioni di ProgRes, la fattibilità dell’intesa col PdS trova riscontro nel fatto che Collu, nei giorni scorsi, ha preso le distanze dal polo dell’Autodeterminazione, di cui fanno parte RossoMori, Sardos, Liberu, iRs, Sardigna natzione, Gentes, Comunidades e Sardegna possibile. Questi ultimi tre erano alleati proprio di ProgRes alle Regionali del 2014, poi la rottura (le ragioni non sono mai state ufficialmente spiegate). Collu ha fatto sapere che, a differenza del Polo, non parteciperà alle Politiche di marzo (leggi qui).

Una primissima risposta all’alleanza tra Pds e ProgRes è già arrivata. L’ha firmata il segretario nazionale di Fortza Paris, Gianfranco Scalas, che in una nota ha bollato come “compravendite da mercatino rionale” le mosse del Psd’Az e de La Base, coi quali Fortza Paris forma la coalizione civico-sardista. Una coalizione che sta procedendo a strappi: praticamente in solitudine il segretario dei Quattro Mori, Christian Solinas, sta lavorando alla propria candidatura in Parlamento e per centrare l’obiettivo ha incontrato tutti: il centrodestra, il Pd e anche un emissario della Lega. Ma le mosse di Solinas non sono piaciute al leader de La Base, Efisio Arbau, che ha deciso a sua volta di trattare direttamente con Forza Italia e ha annunciato la propria corsa alle Politiche, nel collegio uninominale di Nuoro (leggi qui).

La nota di Scalas, sempre in riferimento alle manovre nell’asse civico-sardista, prosegue così: “Non possiamo andare contro i valori del nostro statuto alleandoci con chi, nei fatti e nelle parole, è palesemente all’opposto. Noi non siamo in vendita per le poltrone. Prenderemo presto una decisione chiara”. Quindi la frase finale che può valere un’apertura verso Pds e ProgRes: “Consideriamo valide le opzioni per una presenza alle prossime Regionali in un progetto di concretezza e reali possibilità di un governo della Sardegna”.

A prendere forma è dunque in intreccio politico tra voto di marzo e quello sardo del 2019, ciò che sta rendendo molto fluido il quadro isolano. Quasi in un tentativo delle singole forze di contarsi. Ma per l’ennesima volta a venire fuori è soprattutto l’incapacità del mondo indipendentista di unirsi sotto un’unico cartello. O forse, a dispetto delle tante dichiarazioni d’intenti, c’è proprio un assenza di volontà a presentarsi insieme alle urne. (al. car.)

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