Da destra a sinistra appelli all’unità. In campo Emilio Floris e Muledda

Il leader dei Rossomori, Gesuino Muledda, lancia un appello all’unità del mondo indipendentista-sovranista. Ed Emilio Floris, senatore del Pdl, ne lancia uno analogo per l’unità del centrodestra sardo. Il primo in un’intervista a la Nuova Sardegna – nella quale afferma che all’interno della coalizione di centrosinistra i sovranisti e gli indipendentisti uniti potrebbero raccogliere il 15 per cento dei voti -, il secondo in una serie di dichiarazioni a l’Unione sarda attraverso le quali fa i nomi delle personalità che il centrodestra sardo potrebbe perdere: “Vorrei sapere quali sono le intenzioni di Claudia Lombardo, di Mauro Pili e di Nanni Campus, risorse importanti per il Pdl”.

I meccanismi della nuova legge elettorale regionale sono alla base di questi inviti all’unità che, con tutta probabilità, proseguiranno nei prossimi mesi e fino alla presentazione formale delle coalizioni. Non essendo previsto il ballottaggio, infatti, vince chi ottiene più voti al primo e unico turno.

Ma le possibilità che l’unità di realizzi, specie per quanto riguarda l’ambiente sovranista-indipendentista, sono scarse. Michela Murgia e ProgReS hanno già detto chiaramente che intendono stare alla larga sia dal Pd, sia dal Pdl. E su questo punto Muledda polemizza con la scrittrice: “Murgia – afferma – ritiene che l’esigenza di unità sia quasi di tipo fascista, per me è un valore. La mia analisi è che più del novanta per cento dei programmi sia in comune tra di noi se solo ci sedessimo a parlarne”.

Quanto all’altro “pezzo” di questo mondo, il Partito sardo d’Azione, Muledda – che si è sempre opposto all’ipotesi di un rientro del Psd’Az nel centrosinistra – ipotizza un percorso. Che sostanzialmente consiste in una autocritica rispetto alla scelta fatta nel 2009 di andare col Pdl: “Cosa chiedo ai sardisti? Che facciano un congresso e che mettano in discussione l’adesione alla coalizione. La politica si basa su due principi: la responsabilità e la convinzione. Per me è difficile accettare che chi ha trovato giustificazioni nell’adesione al liberismo di Berlusconi non faccia mai autocritica”.

Critico il leader dei Rossomori anche rispetto all’impostazione che alla primarie è stata data dal Partito democratico: “Non dobbiamo trovare un assetto interno per il congresso del Pd ma individuare un presidente della Regione che sappia capire le parole democrazia, giustizia, libertà e solidarietà”.

Emilio Floris, a proposito dell’unità del centrodestra sardo, non escludo un suo impegno diretto, se fosse indispensabile per realizzarla. Anche se, sottolinea, in questo momento a esercitare questo ruolo dovrebbe essere il coordinatore regionale del Pdl Settimo Nizzi del quale critica l’immobilismo. Lo invita a “svegliarsi” perché, afferma, se il Pdl i presenterà diviso andrà incontro a una sicura disfatta elettorale.

 

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