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Salvini non va oltre i 70 centesimi. Trattativa rinviata, sul latte salta tutto

14 febbraio 2019 Economia, Politica
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Salta il tavolo del latte, convocato a Roma da Matteo Salvini. Salta perché il ministro non va oltre i 70 centesimi e l’accordo non si fa. I pastori, come noto, chiedono un euro al litro, ma Salvini ha proposto appena 5 centesimi in più rispetto all’offerta dei 65 respinti ieri nell’incontro in Regione (leggi qui). A questo punto la trattativa diventa difficilissima e il traguardo sempre più lontano. Il tavolo è stato sospeso e Salvini ha deciso di aggiornarlo in Sardegna. Precisamente al sabato 16 febbraio: sarà il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, a coordinarlo. Il capo della Lega invece arriverà nell’Isola domenica.

I 70 centesimi che Salvini ha proposto accontentavano, ovviamente, gli industriali del latte che non hanno alcuna intenzione – così almeno sembra – di arrivare all’euro chiesto dai pastori. Ma nemmeno questi ultimi sono disposti a indietreggiare. Anche alla luce della proposta fatta ieri dalla Coop che ha addirittura acquistato una pagina di pubblicità sul Corriere della Sera per dire che la catena ‘rossa’ della grande distribuzione è pronta a pagare un euro al litro. Esattamente quanto chiedono gli allevatori dell’Isola. Da un lato la proposta della coop ha dato forza alla rivendicazione dei pastori e dall’altro ha indebolito il fronte degli industriali.

Per Salvini, tuttavia, l’incontro al Viminale è andato bene. “Sono felice – ha detto dopo che il tavolo è saltato – di aver passato la giornata di San Valentino in mezzo ai lavoratori e ai produttori. Le parti si sono avvicinate – ha sottolineato il riferimento agli industriali e ai pastori -. Il Governo ha già messo a disposizione soldi e la possibilità di approvare un decreto urgente, contiamo che entro poco tempo la produzione riprenda e strade, stalle e aziende ritrovino la serenità”.

La linea di Salvini è stata bocciata per due volte. Prima dei 70 centesimi, i pastori dell’Isola in missione a Roma hanno respinto i 24 milioni di euro che il ministro ha proposto per ‘smaltire’ le eccedenze di pecorino ferme nei caseifici degli industriali. Si tratta di pecorino invenduto e che ha fatto crollare il prezzo del latte ovino. Ma i pastori vogliono certezze immediate, anche perché la strada di ‘ritirare’ il formaggio rimasto nei magazzini ha effetto solo dopo alcuni mesi. Lo ha ammesso lo stesso Salvini. E non è nemmeno detto che gli industriali, passati i novanta giorni, aumentino realmente il prezzo del latte pagando di più ai pastori.

Da Roma, dunque, solo un buco nell’acqua. Eppure Salvini, durante una diretta Facebook di questa mattina, si era detto di sicuro di raggiungere l’obiettivo. “Non mi alzo dal tavolo – aveva ripetuto – sino a quando non si raggiunge l’accordo su un euro al litro”. Il capo della Lega ha deciso lunedì di convocare i pastori al Viminale sostenendo di “risolvere il problema in due giorni“. Le quarantotto ore sono scadute oggi. Ma l’intesa sul latte sardo è ancora tutta da scrivere.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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