Export sardo tenuto in piedi dal petrolio. Crolla il settore lattiero-caseario: -24%

L’export sardo è trainato dall’industria petrolifera mentre è in crisi il settore agroalimentare a causa del calo della domanda dagli Usa e del comparto lattiero-caseario che registra un crollo del 24 per cento. Se l’Italia chiude il 2018 con una crescita delle esportazioni del 3,5%, risulta notevolmente ridimensionata anche la crescita della Sardegna (+6,8%). Dopo l’aumento record del 2017 (+28%), nel 2018 le esportazioni isolane si stabilizzano su un valore di 5,7 miliardi (includendo anche i prodotti petroliferi): 358 milioni in più rispetto ai valori del 2017. È quanto si evince dall’ultimo report del Centro studi della Cna sul trend delle esportazioni dell’Isola.

A segnare lo stop dell’export è stata per lo più la drammatica crisi del settore agroalimentare ed in particolare il crollo del comparto lattiero-caseario: – 24% in un anno, dal picco del 2015 (136,2 milioni di euro) a 91,4 milioni del 2018 (-33%). Preoccupazione per gli oltre 16mila produttori con marchio di qualità (Dop, Igt o Stg) operanti nell’isola. La principale causa del crollo dell’agroalimentare è la riduzione della domanda statunitense: -40% tra il 2015 e il 2018 (da 116,5 milioni a 70,6). In calo anche le altre principali destinazioni europee: Germania (-31%), Francia (-39%), Spagna (-12%), in crescita solo il piccolo mercato canadese (+53%). Viceversa, a sostenere la modesta crescita delle esportazioni ha contribuito la buona performance del comparto chimico-farmaceutico, dal +57% del 2017 a +27% nel 2018. Confermato anche il trend positivo del comparto metallurgico (+8,3%), in sostenuta crescita ormai da quattro anni.

In valore assoluto, tuttavia, è ancora l’industria petrolifera a trainare l’export realizzando nell’ultimo anno 326 milioni di euro in più di vendite all’estero (+7,6%). Al netto dell’industria petrolifera, la performance delle esportazioni regionali però si ridimensiona, rimane positiva (+3,3%), ma rallenta vistosamente rispetto al 2017 (+20%). Secondo Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionale della Cna, “è fondamentale diversificare i prodotti investendo sullo sviluppo del settore agroalimentare nel suo complesso, promuovendo l’accesso ai mercati internazionali di altre produzioni oltre a quelle lattiero-casearie. Occorre anche diversificare i mercati di sbocco facendo leva sulla qualità riconosciuta e sulla specialità della tradizione sarda e supportando le piccole imprese nel difficile percorso che porta all’internazionalizzazione”.

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