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Alcoa ‘scarica’ Klesch: “Garanzie insufficienti”. Trattativa a un passo dal fallimento

Brutte notizie da Roma per i lavoratori dell’Alcoa di Portovesme. Secondo quanto appreso da fonti sindacali, presenti oggi all’incontro convocato dai vertici del ministero per lo Sviluppo economico, la multinazionale conferma l’assenza di fiducia nella Klesch, colosso svizzero interessato all’acquisizione degli impianti di Portovesme, fermi dal novembre scorso. Una notizia che di certo non ha rasserenato gli animi dei dipendenti Alcoa, in cassa integrazione dopo la fermata degli impianti.

“Il sottosegretario De Vincenti e l’Ad di Alcoa Toia – si legge in una nota della Fim Cisl – ci hanno illustrato la stato del negoziato. Lo stabilimento di Portovesme è fermo da otto mesi. I lavoratori diretti in cassa integrazione sono 501, più 386 dell’ indotto. E  l’acquirente, che sembrava ormai certo fosse la svizzera  Klesch, sembra non dare sufficienti garanzie su occupazione e  valorizzazione smelter (con lettera di credito come garanzia), e  peraltro, non accetterebbe il pagamento a rate da parte del cedente  (Alcoa) tanto che da maggio il negoziato si è interrotto”.

Sempre secondo i sindacati, “Klesch, non presente all’incontro, smentisce questa ricostruzione fatta da Alcoa  del negoziato. Su questo Alcoa è disponibile a rendere pubblico il carteggio tra le aziende. La realtà – continua la nota sindacale – è che dal mese di novembre 2012 lo stabilimento non produce più nemmeno un grammo di alluminio, per gli operai c’è la cassa integrazione e per i lavoratori dell’indotto spesso neanche la copertura della casa. Solo 30 lavoratori Alcoa, a rotazione, lavorano alla manutenzione dell’impianto perché possaessere riavviato. in modo che sia pronte a riprendere il ciclo produttivo sotto un’altra bandiera. Sul piano Sulcis entro un mese ci sarà la selezione relativa al bando delle idee e siamo in attesa del responso della Corte dei Conti sul decreto sulla “fiscalità di vantaggio per il Sulcis”. La Fim Cisl “ritiene necessario che Alcoa assicuri la manutenzione dell’impianto non solo per quest’anno ma anche per tutto i 2014 e che si valutino ipotesi di cessioni ad altri soggetti industriali credibili”.

Il segretario regionale della Cgil Michele Carrus ha chiesto al governo “una azione diretta finalizzata a trovare un imprenditore o una cordata che rilevi lo stabilimento a Portovesme e riavvii le produzioni attuando gli interventi utili a ottimizzare gli impianti. Sarebbe impensabile che – ha aggiunto il segretario Cgil – ciò che altrove è possibile, come in Francia, dove il governo ha cercato e trovato un acquirente per un impianto simile, non lo fosse invece in Italia: le ripercussioni sull’intera economia italiana sarebbero gravissime perché nel Sulcis c’è un presidio industriale indispensabile e strategico, funzionale alle stesse sorti del settore nel resto del Paese”. “. Per Carrus inoltre “è indispensabile garantire gli ammortizzatori sociali ai lavoratori – ha detto Carrus aggiungendo che in questa fase delicata di ricerca di un acquirente, la fabbrica dovrà essere mantenuta in ottimo stato, pronta a ripartire”.

Alcoa ha fatto sapere che prolungherà il ‘mantenimento tecnico’ degli impianti fino a giugno 2014, per mantenere attivi i canali di riavvio in caso di cessione a nuovo soggetto. La data dell’assemblea generale, in cui saranno presenti anche le segreterie nazionali, non è ancora confermata. E’ certo invece che la mobilitazione degli operai Alcoa ripartirà prestissimo.

Carlo Martinelli

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