(A.T.) L’idea è quella di far interagire pezzi di design sardo – che attingono dalle tradizioni dell’Isola ma in maniera nuova, inusuale – con l’architettura contemporanea. Un incontro tra edifici del Novecento e nuovo artigianato che serve a mostrare una Sardegna inedita, lontana dal folklore. L’idea è venuta al gruppo di architetti e designer che si cela dietro il progetto Mustras, che da alcuni anni lavora con l’idea di mettere a confronto il saper fare tradizionale dei piccoli centri sardi con lo sguardo progettuale di designer, a volte anche stranieri: un incontro in grado di produrre manufatti nuovi, dove le tecniche più antiche e consolidate abbracciano nuove idee e punti di riferimento “altri”. Come nell’arazzo Partitura analoga, realizzato da Vilma Ghiani di Su Tessingiu (Seulo) sul design di Giorgios Papaevangeliu. L’opera è in cotone, misura 300 per 150 centimetri ed è realizzata con la tecnica tradizionale a pibiones.
Curiosa la collocazione spaziale (temporanea): di fronte al Padiglione Nervi nel lungomare a Su Siccu, Sant’Elia, una architettura novecentesca – simbolo dell’archeologia industriale a Cagliari – che proprio negli ultimi tempi è stato oggetto di un importante restauro con l’obiettivo di farlo vivere di nuovo, restituendolo alla collettività. Magari come spazio dedicato alla cultura. “L’idea – spiega Fabrizio Felici, architetto tra i promotori di Mustras – è stata quella di rappresentare un esempio di città contemporanea, tramite un disegno a china, come un tessuto denso e iterato all’infinito interrotto solo da una ampia radura. Le infinite linee che sono andate a dare forma al disegno, dopo un periodo di attesa, sono state recuperate e tradotte in un arazzo di cotone bicromatico di forma rettangolare e tessuto pazientemente a mano. Il trasporto dell’immagine grafica al telaio ha portato a inevitabili adattamenti e accorgimenti dovuti alle tecniche tipiche del lavoro di tessitura, come i ‘pibiones’, senza peraltro far perdere la struttura di base del disegno originale, che in maniera sorprendente si è caricato di valori con assonanze in altri ambiti. L’arte del disegno e della tessitura, uniti in una inedita alleanza, hanno messo insieme i molteplici segni in una “partitura analoga” dove ogni uomo può intravedere l’astrazione di fenomeni naturali e antropici”. L’incontro tra architettura e design – attraverso le foto di Barbara Corsico – ha toccato anche altre tappe: ad esempio un arazzo tra gli edifici razionalisti di Arborea, un vaso nella necropoli punica di Prunittu.