Fare editoria per vocazione, da 10 anni. Arkadia libri, il successo è tutto sardo

Fare libri è un mestiere nel quale pesa ancora una certa impronta artigianale. È una vocazione. E le case editrici sono progetti con un’identità che si sviluppa grazie a un lavoro paziente, dove ogni volume è come il mattone di una costruzione in divenire, un edificio che prende forma attraverso progetti di collane, singoli testi e tutti quegli elementi che vanno a comporre il ‘linguaggio’ dell’oggetto libro: dal disegno delle copertine fino alla scelta dei font. “Certo, se vedo qualche cover del primo periodo un po’ mi fa male: nel tempo siamo molto migliorati”, ride Riccardo Mostallino Murgia, titolare di Arkadia, la casa editrice cagliaritana che quest’anno ha compiuto dieci anni. La spinta che ha dato origine al progetto è molto semplice: la necessità di rappresentare una differenza e non mettere limiti alle proprie ambizioni. “Volevamo dare corpo a una nuova voce dell’editoria sarda che però fosse capace di parlare anche ai lettori fuori dall’Isola, raccontare la Sardegna ma senza limitarci a quello”, rivendica Mostallino. L’altro punto fermo del progetto Arkadia è fare buoni libri cercando di stare sul mercato con le proprie gambe.  “La nostra non è editoria assistita – spiega Mostallino -: non abbiamo finanziamenti dalla Regione o dalle fondazioni. Non pubblichiamo libri in limba solo perché così, magari, accediamo a dei fondi. E non ci snatureremo”.

Quello del decennale è stato un anno importante per Arkadia. Innanzitutto l’editore ha lanciato una nuova collana, SideKar, curata dalle gemelle Mariela e Ivana Peritore dell’agenzia letteraria StradeScritte. Obiettivo: pubblicare testi “all’insegna di una scrittura outsider, trasversale e appartenente a differenti generi, che fa dell’originalità e della ricerca il suo tratto distintivo”. I primi quattro volumi hanno ottenuto buoni risultati a livello nazionale: da Stato di famiglia di Alessandro Zannoni a Inciampi di Gian Marco Griffi, fino all’esordio di Francesca Piovesan con A pelle scoperta e al romanzo di Roberto Saporito, Come una barca sul cemento.

“La collana ha avuto un successo importante – spiega Mostallino – che ha convinto diversi autori che pubblicavano già per grandi gruppi editoriali a cercarci e a entrare nella famiglia”. Il decennale poi è stato festeggiato con un risultato particolarmente prestigioso, specie per un editore indipendente: L’ambasciatore delle foreste di Paolo Ciampi è riuscito a entrare in finale allo Strega. Un traguardo che è anche un record: mai prima d’ora la produzione di un editore sardo aveva raggiunto la finale del premio di casa Bellonci. Il libro è uscito nella collana Senza rotta – curata da Marino Magliani e Luigi Preziosi -, nata nel 2018 e dedicata alla narrativa italiana di viaggio declinata in modi diversi.

L’obiettivo di varcare il mare e parlare a un pubblico nazionale è stato perseguito fin dall’inizio in maniera molto netta. Solo dopo pochi anni Arkadia ha avuto l’opportunità di lavorare con un grande gruppo di distribuzione nazionale, Proliber. Poi è arrivato l’accordo con Messaggerie, che va avanti tutt’oggi. “Questo ha dato una grandissima spinta. Arrivare a quel tipo di distribuzione non è semplice: bisogna avere catalogo, relazioni e soprattutto proporre qualcosa di interessante. Negli ultimi anni aver lanciato diverse nuove collane ci ha consentito di spingere di più verso il mercato nazionale”. Oltre alle già citate SideKar e Senza rotta, c’è Xaimaca, inaugurata nel 2018 con un romanzo dello scrittore argentino Eugenio Cambaceres e dedicata agli autori di lingua ispanica. La collana avrà un forte consolidamento nel corso del 2020, grazie all’acquisizione di una serie di autori sudamericani molto promettenti: “Una decina di scrittori cubani, catalani, cileni, peruviani che andranno ad arricchire il nostro catalogo con una serie di nomi internazionali”, dice Mostallino. “Tra le novità che pubblicheremo nel corso del 2020 c’è Laura Freixas, una delle autrici catalane più interessanti in circolazione, e poi il più importante scrittore cubano, Fernando Velázquez Medina“. 

Arkadia pubblica tra i 50 e i 60 titoli all’anno. In redazione lavorano cinque persone ma il numero aumenta fino a quindici se consideriamo anche consulenti, curatori di collane e redattori esterni. “Pubblichiamo il 50-60 per cento dei titoli che escono in Sardegna – dice Mostallino -. Nel calcolare la percentuale naturalmente considero i libri che vanno sul mercato e non tengo in considerazione gli editori a pagamento”. Tra i filoni più rappresentativi del lavoro di Arkadia c’è quello del romanzo storico (“Ci connota fortemente”) e in generale si registra un’attenzione molto forte verso la storia, alla quale è dedicata una collana (Historica Paperbacks). La casa editrice di Cagliari ha fatto pure un lavoro di scouting importante. “Abbiamo lanciato la scrittrice barese Rosa Ventrella nel 2011, ora è l’autrice italiana più venduta in Francia – dice Mostallino -. Abbiamo pubblicato anche Romina Casagrande, che con noi ha fatto uscire tre romanzi: ora è arrivata a Garzanti”.

Le ambizioni nazionali non hanno portato tuttavia la casa editrice a trascurare i testi di autori sardi o legati all’Isola. Nel corso dell’anno sono usciti una decina di volumi – tra narrativa e saggistica – a consolidare e rivendicare un rapporto che non è mai venuto meno. Da La grammatica di Febres, romanzo storico di Nicolò Migheli, a quello di Pietro Picciau, intitolato Garibaldi il corsaro; dalle incursioni di Giuseppe Nonnis, con le sue Nuove passeggiate semiserie in giro per Cagliari, ai testi storici. Tra gli altri: Sanluri 1409. La battaglia per la libertà della Sardegna a cura di Franciscu SeddaIl giudicato di Gallura di Corrado ZeddaPalabanda. La rivolta del 1812 di Andrea Pubusa.

Nel corso del 2020 sono almeno quattro i testi in programma legati all’Isola. “Pubblicheremo il nuovo romanzo dell’algherese Giampaolo Cassitta – racconta Mostallino -, che ha già dato prova di essere un ottimo narratore, sia quando affronta temi drammatici sia quando dimostra di essere un divertente affabulatore. Poi un nuovo libro di Pietro Picciau, un bravissimo autore di romanzi storici in grado di ricostruire scenari, epoche, in modo assolutamente vivo. Ancora: un nuovo saggio di Gian Giacomo Ortu su famiglia e società in Sardegna dal Medioevo. E infine un altro volume di Franciscu Sedda su Sergio Atzeni“.

Andrea Tramonte

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