Al Lirico di Cagliari, Beethoven ‘resuscita’ con un comico a misura di bambini

Un bambino piccolino, di quattro anni, che scompare nella (per lui) immensa poltrona della platea del Teatro lirico di Cagliari. Ma che si arrampica come uno scalatore allo schienale del posto davanti per non perdersi Beethoven. Sì, Beethoven: la musica, ma anche il musicista interpretato con tanto di parrucca e di abiti sette-ottocenteschi dall’attore Massimiliano Medda. È quello che è successo all’inaugurazione di “Piacere Beethoven“, la rassegna dedicata alle scuole che anticipa di due settimane l’avvio della stagione concertista 2016.

La prima giornata è stata dedicata alle “materne”, cioè a bambini dai tre ai cinque anni. Poi il programma sta andando avanti con gli altri istituti, dalle primarie sino all’ultima classe delle superiori. In tutto circa cinquemila studenti che accompagnati dai loro insegnanti si stanno godendo in questi giorni un “riassunto” delle nove sinfonie di Beethoven. Tutto a misura dei bambini e dei ragazzi: dalle battute di Medda per alleggerire e raccontare in italo-cagliaritano la vita del musicista tedesco. Al palco, “abbassato” di un metro proprio per consentire ai bambini di stare più vicini all’orchestra.

“Molti di loro, circa 800 – spiega il coordinatore del progetto Eugenio Milia – rimangono con noi tutta la mattina per un tour nel teatro a diretto contatto con i musicisti che provano e che si raccontano. Gli studenti imparano anche l’inno alla gioia che poi ascolteranno in chiusura di spettacolo. I resoconti dei maestri? Qualcuno ci ha detto che i bambini in classe ripetevano l’attacco della quinta sinfonia. Altri che qualche bambino non ha dormito per l’emozione”. Musica, ma anche divertimento. Con la comicità di Medda. “Bambini – ha avvertito durante uno degli spettacoli l’attore – il direttore d’orchestra ha una bacchetta magica, chi non sta attento o fa chiasso viene trasformato in ‘pistilloni’ (geco, ndr)”. Sul palco impersona proprio il musicista dipingendosi un pò “sfigato”. “Sono nato – spiega dal palco Medda-Beethoven – un venerdì 17 del 1770. Alle 17”. E la settima sinfonia la racconta come il frutto di una delusione amorosa: “C’era una contessa che mi mandava cuoricini su Whatsapp e mi ha fatto innamorare. Poi invece si è messa con un conte, unu becciu…(un vecchio, ndr)”. Per calarsi nei panni di Beethoven Medda si è tuffato sui libri. “Conoscevo la musica – dice in camerino – ma non a fondo tutte le vicende di Beethoven. Ho studiato la sua vita per essere pronto al dialogo con i bambini e con i ragazzi. Le reazioni degli studenti? Si appassionano, reagiscono bene”. Ad assistere agli spettacoli mattutini, si inizia alle 11, c’è il direttore artistico Mauro Meli: anche alle repliche sorride alle battute e si gusta lo show. “Divertente istruttivo e utile per i bambini – assicura – Ma non solo per loro: fa bene anche artisticamente al teatro. Mi piace che la musica possa essere argomento di dialogo tra generazioni. Mi piacerebbe ripetere quest’esperienza anche durante la stagione”.

Stefano Ambu – Ansa

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