‘Ai confini tra Sardegna e jazz’: Zappa e le voci ‘bovine’ del coro di Bitti

Una partenza esplosiva per “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, la manifestazione che da trentun anni si fa veicolo e potente voce di una parte dell’Isola che vive di contrapposizioni e contraddizioni. La strada verso Sant’Anna Arresi è una sintesi di quel Sulcis che soffre lo spopolamento, la crisi e la scomparsa dei settori che ne hanno fatto un simbolo tra sfiducia dei giovani e l’abbandono di luoghi carichi di suggestioni. Lì dove le sabbie bianchissime di Porto Pino diventano la cartolina estiva del turista e l’agognata terraferma per i barchini dei migranti; dove lamine di scisto si illuminano al sole e le vigne si riempiono di uve carignano.

Il silenzio di una fine d’estate afosa e umida viene interrotto in un punto preciso, la piazza ai piedi di un millenario nuraghe, lì dove sorge la chiesetta dedicata a Sant’Anna e dal 1985 viene allestito il palco del festival jazz organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara.

A parlare, Basilio Sulis, patron di Ai Confini tra Sardegna e Jazz: “Quella di Sant’Anna Arresi è una situazione che si crea trent’anni fa e non solo per noi, quando attraverso figure straordinarie di musicisti, musicologi, scrittori nati e vissuti nell’Isola come Marcello Melis e Alberto Rodriguez ci hanno fatto questo grande dono. Il jazz per la Sardegna degli anni ’70 è stato come il linguaggio di internet oggi: un canale comunicativo importantissimo e di grande eco. Ad oggi -per essere un po’provocatori e risvegliare qualche coscienza- mi preme dire che sia le leggi farraginose e l’individualismo che attanaglia la Sardegna, stanno portando fuori la nostra terra dai circoli culturali, mentre i festival vengono purtroppo concepiti come riti da consumarsi solo nei mesi estivi, ma senza analizzare le specificità degli spettatori e le loro esigenze. Non vogliamo che il festival sia asservito a logiche interne e amministrative, siamo organismi a servizio e della musica, della cultura e dei nostri conterranei che guardano al mondo con interesse e bisogno di scoprirlo. Non bisogna farsi piegare da logiche interne: chi organizza dei festival deve incontrarsi e porsi degli obiettivi più ampi, un grande progetto per cui ognuno racconti sé stesso”. Continua Sulis: “Bisogna riconsiderare i problemi collettivi, non quelli individuali, la musica deve uscire fuori dall’omologazione progressiva e costante, priva di idee e che necessita solo di risorse finanziarie. Noi siamo dei sognatori, sempre e comunque. Abbiamo creduto nelle utopie e le abbiamo realizzate, la nostra è una scuola popolare perché coinvolge tutti e rappresenta la contemporaneità: siamo qua e ci proviamo ancora.”

Quest’anno, sull’onda del rinnovamento, della progressione e dell’offerta musicale di qualità “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, con i suoi venti appuntamenti, ha dedicato la manifestazione al poliedrico ed eccentrico Frank Zappa con “Laboratorio Z”.

LE FOTO

“La figura di Zappa ha dato un apporto del tutto personale ai generi che ha affrontato. Vogliamo infondere il suo spirito senza idealizzarne la figura, quindi non vogliamo fare un omaggio, né una serie di cover che non sarebbero piaciute a noi e tanto meno a lui . Non volevamo sabotare il lavoro che ha fatto e il nostro scopo era rinnovare quello spirito in un’ottica contemporanea, senza guardarci indietro. Lui ha aperto una porta al jazz, al rock, alla musica classica. Vista la sua prolificità, la domanda è stata questa: dove sarebbe andata a parare la sua musica oggi? Il nostro fine è fare ricerca negli ambiti meno evidenti dove Zappa si studia, si analizza e muta nel contemporaneo. Non avevamo nessuna intenzione di incaricare personaggi importanti della musica internazionale per riproporre la sua musica. Ci siamo basati su altro e un esempio è il coro di Bitti che proprio lui scopre nel 1988 quando chiede a un musicologo di Roma di registrare il gruppo in un contesto informale. Quando Zappa era ancora un ragazzo gli viene regalato un 45 giri con una registrazione di un’opera di Edgar Varèse, Ionisation e nel suo studio Z comincia a campionare quella musica che poi unisce al materiale già raccolto sulla world music, quella che sa raccontare con la voce -più che con le parole- la creatività e la peculiarità dei suoni prodotti dall’apparato fonatorio umano: il coro di Bitti, dunque, il mistero delle voix bulgares, i canti della repubblica di Tuva e la musica classica indiana. Da qui abbiamo chiesto ai tenores qualcosa che andasse in quella direzione, i suoni onomatopeici.”

Le prime due serate hanno già dato i primi grandi risultati grazie alla presenza del già citato Coro di Bitti, le cui voci sono state definite da Zappa come “bovine” in quanto a profondità e arcaismo dei suoni. Per il coro, invece, questo genere di canti è così antico da trovare le sue radici nel vento, quello che smuove e modella le montagne dell’Isola.

A seguire le orme dell’avanguardista di Baltimora, ci ha pensato Sean Noonan, il batterista, cantante e storyteller che attinge alla tradizione griot dell’Africa occidentale, con il suo Memorable Stick e Zappanation, un ensemble di 9 elementi compreso Ligeti String Quartet, con la sezione ritmica di Michael Bardon, il chitarrista Norbert Burger e il sassofonista Harry Saltzman, con l’aggiunta di quattro coristi di formazione classica scelti da Punta Giara (tra cui anche Matteo Siddi, più noto sul web come Gesù di Cagliari). Tra performance canore e visive, il pubblico si è dimostrato ricettivo ed entusiasta, mentre la serata è proseguita anche tra le vie del paese, dove il jazz club ha accolto musicisti e appassionati.

“Noi vorremmo smentire la frase di Zappa secondo la quale il jazz comincia a puzzare di cadavere. A noi e ai nostri ospiti dimostrare che non solo non è morto, ma che è di un’attualità disarmante e il suo profumo di libertà aleggerà in Piazza del Nuraghe.” Sabato 3 settembre, Matthew Shipp (piano solo) e Zula by Andromeda Mega Express Orchestra. Stasera alle 21 Greg Burk’s Solar sound feat. Rob Marurezk. Il programma va avanti fino al 10 settembre.

Martina Serusi

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share