Truffe on line, è allarme in Sardegna: mille denunce presentate alla Postale

Le truffe, i raggiri, il furto di documenti sono diventati una vera e propria piaga che le forze dell’ordine stanno cercando di combattere. Ma la battaglia non è per niente facile visto che gli hacker cambiano spesso tecniche e, soprattutto, utilizzano i programmi e le attrezzature più aggiornate per truffare il malcapitato di turno. Lo sanno bene gli specialisti del Compartimento della polizia postale di Cagliari che ogni giorno ricevono decine di segnalazioni. Da maggio dello scorso anno a oggi sono quasi mille le truffe on line su cui hanno lavorato dopo una denuncia formale da parte delle vittime. Un numero che potrebbe sembrare basso, al quale però bisogna aggiungere le migliaia di segnalazioni, anche via mail, arrivate negli uffici di polizia in cui vengono chieste informazioni dai truffati o da chi, per errore, ha inviato tutti i suoi documenti e che adesso trema al pensiero di come i ‘pirati’ informatici possano utilizzarli.

Tra le truffe più diffuse ci sono quelle relative agli acquisti su siti di negozi che poi si rivelano essere solo degli ‘specchietti’ per attirare le vittime. Un esempio possono essere i siti che propongo abbigliamento di marca a prezzi bassi. Molto spesso basta guardare l’indirizzo della pagina web per rendersi conto di non essere su un sito ufficiale di un prodotto griffato, oppure basta osservare i moduli per la restituzione della merce o quelli per i reclami per individuare la pagina ‘civetta’.

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Diverso il caso delle diffusissime truffe sui siti di aste o di compravendita di merce usata che prevedono il contatto diretto tra venditore e acquirente. Anche in questo caso ad attirare la vittima è il prezzo, sempre basso, del telefonino, del ricambio d’auto o addirittura della macchina stessa. Il truffatore spesso inserisce foto di prodotti di cui non ha la disponibilità e, ottenuto il pagamento, non invia nulla. Nel giro di poche ore cancella le sue tracce, disabilitando il numero di telefono utilizzato per contattare l’acquirente, cancellando l’indirizzo di posta elettronica ed eventuali annunci a lui riconducibili.

Ci sono poi i truffatori più abili, quelli che vestono i panni degli acquirenti e si dicono interessati all’acquisto di un prodotto: una volta agganciata la ‘preda’, riescono a farsi ricaricare i propri conti. Invitano infatti le vittime a recarsi a uno sportello bancomat, infilare la propria scheda e digitare un codice. Seguita la procedura ottengono dal truffato la cifra che loro stessi dovevano pagare poi spariscono nel nulla.
Infine ci sono i falsi annunci di lavoro. Trappole per chi spera di trovare un’occupazione anche saltuaria e che invia senza pensarci i propri documenti pur di fissare un appuntamento. Una volta rubate le fotocopie di carte di identità, codici fiscali e altri dati personali, i truffatori posso utilizzarli per creare falsi profili sui social network ma soprattutto aprire conti correnti o finanziamenti.

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Per evitare di cadere nella rete degli hacker e dei truffatori la polizia postale consiglia di utilizzare sempre siti conosciuti, metodi di pagamento sicuri e soprattutto tenere gli occhi aperti. In caso di dubbi basta contattare le forze dell’ordine o la stessa polizia postale.

Ma.Sc.

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