Scarcerati i presunti terroristi pakistani: scatta obbligo di dimora per cinque

Tutti e cinque scarcerati i presunti terroristi pakistani al centro di un processo a Sassari. Il tribunale del riesame della corte di Assise di Sassari, presieduto dal magistrato Salvatore Marinaro, ha infatti rimesso in libertà, per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, gli ultimi cinque presunti terroristi legati alla cellula di Al Qaeda. Erano stati arrestati, nell’aprile del 2015, in un blitz della Dda di Cagliari e della Digos della questura di Sassari (qui la cronaca). La lunghissima istruttoria dibattimentale durata quasi tre anni si è conclusa, nel tardo pomeriggio di ieri, dopo che anche l’ultimo dei consulenti di parte ha rinunciato a presenziare in aula.

Le scarcerazioni. Sultan Wali Khan (il presunto capo della cellula individuata a Olbia, affiliata al terrorismo internazionale islamico di matrice sunnita ideato dal defunto leader saudita Osama Bin Laden), l’imam di Bergamo Hafiz Muhammad Zulkifal e gli altri tre presunti affiliati al terrorismo di matrice islamica sono stati quindi scarcerati poche ore fa. Il primo ha fatto rientro a Olbia, così come suoi tre connazionali, mentre l’iman (assistito dagli avvocati Omar Hegazi e Fulvio Vitali) è in viaggio per Zingonia, il piccolo centro nelle vicinanze di Bergamo dove dirigeva, sino al suo arresto, un centro di cultura islamico. Al momento, sono in viaggio per le rispettive località di residenza nelle quali dovranno abitare per l’obbligo di dimora imposto dal tribunale del riesame.

Niente più aula bunker. Il processo riprenderà, con la discussione, il 19 dicembre prossimo, questa volta nell’aula della corte di assise di Sassari. Sono infatti venute meno, con le scarcerazioni decise questa mattina dal giudici del riesame, le esigenze di sicurezza e di ordine pubblico che avevano imposto la prosecuzione del dibattimento a carico degli imputati in un’aula bunker ricavata all’interno del supercarcere di Bancali, a Sassari. Le udienze riprenderanno con la requisitoria del pubblico ministero della Dda di Cagliari Danilo Tronci che dovrebbero impegnare giudici e parti per almeno tre giornate, poi la parola passerà alla parte civile (il governo italiano si è costituito contro i presunti terroristi con l’avvocato dello Stato) e quindi ai difensori degli imputati.

L’iter processuale, il covo nei negozi galluresi. Il processo resta aperto per i reati di strage, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e raccolta illegale di fondi contro gli undici componenti della presunta cellula terroristica affiliata ad Al Qaeda che finirono in carcere nell’aprile 2015, a conclusione di una operazione diretta dalla Dda di Cagliari e dalla Digos della questura di Sassari. I negozi e le abitazioni di Olbia, Sassari e Alghero di Sultan Wali Khan, stando alle tesi accusatorie, nascondevano diversi scopi: la raccolta di collette tra i musulmani dell’Isola e la comunità mediorientale, denaro destinato al finanziamento delle scuole coraniche in Pakistan. A cui si aggiunge la copertura del traffico di immigrati clandestini e, l’accusa più grave, quella di aver ideato e pianificato azioni terroristiche ordinando di diversi attentati in Pakistan. Il più grave dei quali, quello contro un mercato pubblico nella città di Peshawar, messo a segno con auto bomba nell’ottobre 2009. Fu una strage: persero la vita centinaia di persone tra i quali decine di bambini.

(g.p.c.)

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