Salvatore Usala: “Ecco chi ha ucciso Raffaele Pennacchio”

Il segretario del Comitato 16 novembre scrive ai ministri e sulla morte del medico casertano punta il dito contro…

È un pugno nello stomaco la lettera che Salvatore Usala, affetto da Sla e segretario del Comitato 16 Novembre, ha inviato ai ministri della Salute Lorenzin, del Lavoro Giovannini e dell’Economia Saccomanni. Pochi giorni fa, a Roma, Usala e altri malati avevano protestato per ottenere l’incremento del fondo per la non autosufficienza e per l’assistenza domiciliare ai disabili gravi. Poche ore dopo, stremato da due giorni di presidio, il cuore di Raffaele Pennacchio, medico e componente del consiglio direttivo del Comitato, aveva smesso di battere. 

Oggi, a quattro giorni di distanza, il duro j’accuse di Salvatore Usala e l’annuncio di un nuovo sit-in, a gennaio, di fronte al ministero dell’Economia. “Le colpe hanno nomi e cognomi: l’ex Ministro Tremonti che ha tagliato 2.300 milioni dal sociale, per lui il disabile era un falso invalido. Ha colpe il Governo Monti che si era impegnato per 400 milioni per il Fondo nazionale per la non autosufficienza non mantenendo l’impegno. Ha gravi colpe- scrive ancora Usala – la giunta Caldoro della Campania che tiene in cassa da due anni i fondi Sla stanziati nel 2010. Stessa cosa nel Lazio e altre regioni che hanno “regalato” i fondi a cooperative e Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali)”.

Usala ringrazia “l’amico Paolo Fadda (sottosegretario del ministero della Salute in quota Pd) che ha dichiarato la vicinanza del governo per questa triste scomparsa. Ha anche detto che il Governo non ha alcuna responsabilità sulla morte di Lello. Non siamo d’accordo, pur non volendo dare colpe ad un esecutivo in carica da pochi mesi. Perché non avete mai risposto alle nostre istanze? Perché non avete approvato progetti e delibere delle regioni? Perché il 2013 è quasi finito e non avete distribuito un euro dei 275 milioni del Fondo per la non autosufficienza?”.

Il segretario del Comitato 16 novembre chiude la missiva con una serie di proposte e integrazioni all’accordo di massima sottoscritto a Roma il 23 ottobre scorso. “Raffaele Pennacchio ha detto piangente: ‘Fate in fretta, i malati terminali non possono attendere’, perciò vi comunichiamo che se non manterrete gli impegni, e non ci terrete aggiornati – confrema Usala – il 22 gennaio 2014 saremo davanti al Ministero dell’Economia, non ci fermeranno freddo, pioggia o neve, saremo più risoluti che mai. Siamo costretti a rischiare la morte per avere una possibilità di vita, ma ancora non abbiamo raggiunto il massimo: abbiamo gli attributi per morire in diretta Tv, chiaramente davanti al Ministero. Non osate poi dire che siete innocenti!”. 

IL DOCUMENTO

 

 

 

 

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