‘Prigionieri’ nel traghetto di Grimaldi: “La nave girava per ore su se stessa”

Prigionieri della compagnia Grimaldi per quarantatré ore, diventate addirittura cinquantadue per i più sfortunati. È l’odissea dei passeggeri che avrebbero dovuto raggiungere Barcellona sabato 8 dicembre alle 19,30. Invece a destinazione sono arrivati lunedì 10, alle tre del mattino. A bordo 390 persone: alcune partite da Civitavecchia venerdì 7 alle 23, altre imbarcate a Porto Torres all’alba di sabato. Per tutti l’incubo di una nave che “per oltre otto ore ha girato su stessa davanti all’Asinara”, come risulta dallo screenshot della rotta (nella foto di copertina). Lo raccontano a Sardinia Post due passeggeri: Pietro Uras, 72 anni, e Antonella Fois, 34. Sabato Uras si è messo in viaggio dal Sassarese, dove vive, per raggiungere la figlia che abita a Barcellona. La Fois, invece, avrebbe dovuto trascorrere nella città catalana il ponte dell’Immacolata. Ma in Spagna non è mai arrivata. Dal traghetto lei e i suoi amici sono scesi appena hanno potuto. “Vacanza rovinata, perché la Grimaldi si è comportata veramente male. Eppure con noi c’era un’amica incinta di sette mesi”.

Sono due i traghetti sui quali l’odissea si è consumata, il Cruise Roma e il gemello Cruise Barcellona. Tutto è cominciato per via di un guasto al primo. Una rottura all’elica sinistra, “un problema – spiega il signor Fois – forse causato in fase di attracco a Porto Torres. Tanto che il primo ritardo – racconta – si è accumulato proprio in partenza: avremmo dovuto lasciare la Sardegna alle 7,15, con destinazione Barcellona, invece la nave ha mollato gli ormeggi tra le 8,30 e le 8,45”. Nessuno però poteva immaginare l’inizio dell’incubo.

La nave smette di seguire la rotta quando è ad appena un miglio da Porto Torres. “Ci hanno dato una sola comunicazione – continua Uras -: hanno parlato di un problema tecnico, poi più nulla”. Passano le ore. Ne passano quasi nove. Solo alle 17 il traghetto riprende la navigazione. Ma verso Civitavecchia. Da quel momento ancora e solo notizie frammentarie che sulla nave girano con un incessante passaparola. “Un’assurdità – sottolinea il pensionato -: se solo ci avessero dato la possibilità di tornare a Porto Torres, molti di noi si sarebbero organizzati diversamente. Magari prendendo un aereo da Alghero“.

L’arrivo nello scalo laziale, sempre stando alle poche informazioni che filtravano dall’equipaggio, era previsto a mezzanotte, di sabato 8 dicembre. “Invece – dice il signor Uras – siamo entrati in porto all’una e mezzo del mattino, quando era già domenica”. Ma anche a Civitavecchia tutto è andato storto. “Avevano parlato di sbarco immediato, ma il trasferimento sulla Cruise Barcellona è avvenuto solo verso le 3,30”. Il 72enne provava a calmare gli animi. “Ma è stato assurdo che 390 persone siano state tenute sveglie. Avevamo il divieto di stare nelle cabine, eppure era notte”.

La partenza  da Civitavecchia verso Barcellona, inizialmente prevista alle 3, è slittata alle 7 per via dei ritardi che continuavano ad accumularsi. “C’era molta rabbia sulla nave e non poteva essere diversamente. Un guasto – aggiunge il 72enne – ci può stare, è un imprevisto. Ma sono stati inaccettabili la mancanza di informazioni e il trattamento che ci hanno riservato”. La Grimaldi ha servito ai passeggeri due cene e un pranzo. “La colazione no – sottolinea il pensionato -: quella ce la siamo dovuti pagare. Ignoro il motivo, ma è stato così”.

Antonella Fois, contattata su Messenger dal nostro giornale, ci conferma sostanzialmente quanto detto dal pensionato. “Noi siamo quattro ragazzi, due di 34 anni e due di 28. Stavamo partendo in vacanza a Barcellona dall’8 dicembre all’11. Abbiamo pagato la Grimaldi e l’albergo a Barcellona. Sabato ci hanno fatto imbarcare alle 7,30, già con ritardo: saremmo dovuti partire alle 7,10, invece lo abbiamo fatto alle 8.30. Da un altoparlante hanno annunciato un problema tecnico di sessanta minuti, invece è durato otto ore. Non abbiamo saputo niente nonostante scendessimo spesso alla reception. Ci dicevano che era per colpa del forte vento”.

La 34enne ha rinunciato al viaggio a Barcellona quando insieme agli amici è arrivata a Civitavecchia. Nel mezzo “un fatto non piacevole – sottolinea -. Visto che i ritardi si prolungavano, sabato – quando la nave continua a girare su se stessa davanti all’Asinara – abbiamo chiesto una cabina per la nostra amica incinta: ci hanno risposto che avremmo dovuto pagare 160 euro. Ci siamo arrabbiati. Allora abbiamo preteso di parlare col commissario. Solo dopo molte insistenze hanno deciso di concederci la cabina. Ma quando abbiamo capito che avremmo dovuto cambiare nave, la rinuncia al viaggio è stata la scelta più scontata. Noi siamo potuti scendere dalla nave di mattina, dopo aver dormito un po’. Ma per arrivare al terminal non ci hanno messo a disposizione nemmeno una navetta. Il colmo è che per tornare a casa dobbiamo fare un altro biglietto e pagarlo di tasca nostra, sebbene tutta questa disavventura non dipenda da noi”.

Non va meglio per chi dalla Spagna deve adesso rientrare in Sardegna. La figlia del signor Uras, Maria Antonietta, dice: “La Cruise Roma è ancora a Civitavecchia, la Cruise Barcellona non si è mossa dalla città catalana. Noi abbiamo il biglietto per domani. Al momento non sappiamo se partiremo”. La giovane, grazie a Facebook, era in contatto con la Fois sulla pagina della Grimaldi (sotto la galleria fotografica della conversazione tra le due donne).

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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