Precari assunti in Regione, il sindacato Sadirs: “Dubbi su alcuni contratti”

“Abbiamo legittimi dubbi sulla regolarità di alcuni contratti a tempo indeterminato fatti firmare nei giorni scorsi”. Lo dice a Sardinia Post Luciano Melis, segretario di Sadirs, il sindacato autonomo dei dipendenti regionali. La levata di scudi è legata alla presunta assenza di requisiti che riguarderebbe una decina di posizioni rispetto alle cento stabilizzazioni chiuse il 12 aprile. Tanto che Melis dice: “In caso di ricorsi, la Regione non si sorprenda. Sadirs sta soltanto chiedendo il rispetto delle regole”.

In Sardegna è cominciato nel 2016 il percorso verso la conversione dei contratti da tempo determinato a indeterminato. Era il 21 dicembre quando il Consiglio ha approvato la legge 37 sul superamento del precariato, a cui è seguita pochi giorni dopo la delibera 70/31 della Giunta che ha dettato le regole delle stabilizzazioni. Tre le procedure previste, di cui due con concorso e una terza cosiddetta a domanda. Il caso che solleva Sadirs riguarda proprio quest’ultima modalità.

Nella delibera 70 è scritto che hanno diritto a richiedere il contratto a tempo indeterminato “i lavoratori che abbiano svolto, a seguito dell’espletamento di apposita procedura selettiva, attività lavorativa nelle amministrazioni del sistema Regione tra il 1° gennaio 2009 e il 31 dicembre 2015, anche senza soluzioni di continuità e che abbiano maturato il requisito di trentasei mesi di attività lavorativa entro il 31 dicembre 2015″.

Nei cento contratti firmati il 12 aprile, non tutti i cento neodipendenti regionali avrebbero questi requisiti: in una decina di casi, ai trentasei mesi si arriverebbe sommando il lavoro maturato anche in altri enti pubblici non regionali o come libero professionista della Regione, quindi senza la procedura selettiva richiesta. “Sul punto – spiega Melis (nella foto a destra) – il Sadirs ha spedito una prima nota il 5 marzo. L’abbiamo indirizzata all’assessore al Personale e al direttore generale diffidando la Regione dall’adottare atti contrari alle norme legislative e costituzionali che vìolano i principi di ingresso nelle pubbliche amministrazioni. In quella stessa lettera abbiamo preannunciato, in caso contrario, ogni azione, compresi i ricorsi presso gli organi giudiziari, per valutare eventuali responsabilità amministrative, penali nonché erariali”.

Il segretario del Sadirs chiarisce ancora: “Non avendo ricevuto alcuna risposta nei trenta giorni fissati dalla legge, il 6 aprile abbiamo inviato una seconda nota richiedendo gli atti delle stabilizzazioni. A parte che non ci è stata consegnata tutta la documentazione sollecitata, malgrado la domanda formale in base alla 241 del ’90. Ma anche quegli unici atti forniti al nostro sindacato sono risultati carenti nella parte relativa all’accertamento dei dubbi da noi legittimamente sollevati. Siamo anche in attesa di un incontro che non ci è mai stato concesso, ma oggi ci ritroviamo con cento nuovi contratti, di cui una decina dubbi. Significa la loro nullità, qualora le autorità giudiziarie dovessero riscontrare l’illegittimità delle procedure, come da noi ripetutamente segnalato. E ancora più ci spiacerebbe constatare che sulle stabilizzazioni l’interesse prevalente sia il portare a compimento le assunzioni a ogni costo”.

Con la delibera 70 la Giunta aveva quantificato in 2.374.442,06 euro la disponibilità economica annua per coprire i costi della stabilizzazioni. Stando a un documento che circola tra i precari della Regione, la spesa per cento contratti ammonterebbe a 3.105.059,16 euro con l’inquadramento nella categoria D1.

Al momento è difficile immaginare che la Regione, in autotutela, annulli i contratti fatti firmare il 12 aprile. Sono più probabili i ricorsi al Tar e arriverebbero a distanza di tre mesi dalla bocciatura del concorso per dirigenti, fermato dal Tribunale amministrativo lo scorso 7 marzo.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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