Post al vetriolo e gaffe. Nel 2015 la politica sarda sbatte contro i social

Insulti sessisti,  rigurgiti di fascismo e foto imbarazzanti: il 2015 lascia alle sue spalle una serie di “incidenti politici” nei social network. Che hanno creato seri problemi alla politica, specie alle sue protagoniste femminili.

Francesca Barracciu ad esempio: memorabile il suo litigio a colpi di ‘cinguettii’ su Twitter con Alessandro Gassman. “Sottosegretario, lasci la poltrona pagata da noi” scrive Gassman riferendosi all’inchiesta ‘Spese pazze’ in cui è coinvolta la Barracciu. “Chiarirò tutto a fondo. Lei intanto che impara fare attore, può evitare far pagare biglietto cinema per i suoi ‘film’?” risponde lei seccata. Il battibecco va avanti per qualche ora, in serata arrivano le scuse della Sottosegretaria.

Gassman non è l’unico a scontrarsi virtualmente con la Barracciu: ci sono anche gli scambi con la scrittrice Michela Murgia, con il deputato Michele Piras, con l’imprenditore Flavio Briatore. Alla fine la sottosegretaria, dopo tutte queste polemiche, ha deciso di cancellare il suo profilo da Facebook e di affidare la comunicazione social al suo staff.

Un post sbagliato è costato la poltrona a Giovanna Tedde, consigliera comunale di Bonorva: “Non accetto richieste di amicizia da parte di musulmani. Per quanto mi riguarda, e vista l’emergenza di questi anni circa il vostro ‘popolo’, potete morire ammazzati tutti. Compresi i bambini.  Spero solo che il mondo vi elimini come Hitler, per errore, ha sterminato i poveri Ebrei”, ha scritto lo scorso gennaio su web in un commento subito eliminato. Ma la rete non perdona: la Tedde riceve immediatamente tantissime critiche, il suo profilo su Facebook è segnalato per contenuti razzisti e oscurato. Il giorno dopo arrivano, inevitabili, le dimissioni dal consiglio comunale.

A causa di un commento infelice affidato a internet ha perso il posto anche Stefania Chisu, presidente della Commissione regionale alle Pari Opportunità: “Chi ha nel Dna l’essere una gran troia, rimarrà tale per sempre”, ha scritto la notte del 9 gennaio sul suo profilo Facebook. Parole rimaste on line per pochi minuti, il tanto giusto per essere fotografate e conservate nella memoria del web, e poi cancellate. Troppo tardi.

Resta sulla poltrona invece Desiré Manca, consigliera sassarese dei Cinque Stelle: tante le polemiche per la sua foto che la mostra sorridente accanto a un busto di Mussolini, ma nessuna conseguenza.

Francesca Mulas

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