Orgosolo, scheletri nella grotta. Lo speleologo: “Riemerge la storia dell’Isola”

“Basta allarmismi sui sequestrati dopo il ritrovamento degli scheletri nel Supramonte: la storia ci dice che i nostri monti erano molto abitati dai nuragici e successivamente dai romani e dai piemontesi e in epoche più recenti dai nostri pastori”. Lo dice all’ANSA Giuseppe Mesina, speleologo del soccorso Alpino, dipendente dell’Ente Foreste con un passato da pastore proprio in quei posti del Supramonte dove è stata scoperta “la grotta degli scheletri”, luogo che conosce come le sue tasche. “Succede sempre così – dice Mesina – Ogni volta che c’è un ritrovamento in questi monti, si solleva un gran polverone sui sequestrati. Purtroppo però si alimentano false speranze. Non è raro in queste zone fare ritrovamenti, solo che a volte proprio per non suscitare clamore si tende a non denunciare. La mia convinzione – prosegue lo speleologo – è che si tratti di resti di epoche precedenti: a dirci quanto quella zona fosse abitata dai nuragici, sono i villaggi presenti sia nel territorio di Urzulei che in quello di Orgosolo”.

I ritrovamenti sono avvenuti in due occasioni diverse: il 9 aprile scorso gli agenti della Forestale avevano ritrovato gli scheletri riconducibili a tre persone. Ora un nuovo sopralluogo, richiesto dal sostituto procuratore di Nuoro Giorgio Bocciarelli, che su questi fatti ha aperto un’inchiesta, ha permesso di recuperare resti appartenenti a una decina di persone. Sarà il medico legale Vindice Mingioni a dire a quale epoca storica appartengano le ossa rinvenute, anche se il procuratore Bocciarelli ha già fatto sapere che sono molto datati. Circostanza che tende ad escludere che gli scheletri appartengano a sequestrati mai tornati a casa. “Sono convinto – ribadisce Mesina – che se si fosse trattato di persone rapite e morte 20 o 30 anni fa, si sarebbe trovato un pezzo di stoffa, qualche tibia. Cosa che mi pare non sia successa, ecco perché penso che siano resti di altre epoche storiche”. Ma non solo i nuragici hanno abitato il Supramonte, ora abbandonato e sempre più meta di escursionisti: “I vecchi raccontavano che nel nostro Supramonte di Televai, andando verso il territorio di Orgosolo, c’era un avamposto romano prima abitato dai nuragici – ricorda ancora lo speleologo di Urzulei – Lì c’è una carrareccia, la strada dove passavano i piemontesi con il carbone, in cui c’era una nurra (una specie di dirupo, ndr) e dove prima i nuragici e poi i romani ci buttavano i loro morti, ma pare che i piemontesi, quando hanno costruito la carrareccia, abbiano chiuso tutto”. “Leggende o non leggende – conclude Mesina – il nostro Supramonte nasconde un pezzo di storia dell’isola, che non è solo quella dei sequestri di persona. Certo, le indagini devono andare avanti per fare pienamente luce sulla vicenda e dare una risposta a chi cerca legittimamente i propri cari”.

Maria Giovanna Fossati – ANSA

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