Migranti, ancora arrivi: nel 2016 saranno cinquemila nell’Isola

L’emergenza migranti, appena attenuata dal maltempo che scoraggia le traversate del Mediterraneo, non sembra fermarsi, e così le prefetture di tutta Italia si preparano ad accogliere altri stranieri che arriveranno da da Medio Oriente, Africa e Asia in cerca di protezione internazionale. E l’Isola farà ancora la sua parte: si calcola che nell’anno in corso saranno duemila i nuovi posti letto approntati nelle strutture di accoglienza straordinaria tra Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano; si aggiungeranno ai 2897 già disponibili.

I numeri dell’accoglienza attuale e futura nell’Isola sono stati diffusi nelle scorse settimane dalla Prefettura cagliaritana. Al 31 dicembre 2015 i posti per dare un tetto ai migranti erano 2897 (il numero maggiore, 1254, a Cagliari, seguito da Sassari con 1154, Nuoro con 251 e Oristano con 238 posti); per il 2016, in previsione di nuovi arrivi ancora più consistenti generati da guerre, terrorismo e povertà, ne serviranno 4835. La maggior parte dovrà essere individua nel Sassarese a cui si chiede di raddoppiare la disponibilità di posti; a Cagliari si cercheranno 851 letti in più, saranno 329 in più a Nuoro e 262 a Oristano.

All’Isola si chiede dunque uno sforzo ulteriore rispetto a quanto già fatto: le strutture temporanee di accoglienza per i migranti, che si tratti di quelli appena sbarcati o di persone in attesa di ricevere una risposta alla richiesta di protezione internazionale, raddoppieranno, mantenendo comunque la percentuale del 2,9% rispetto al totale delle presenze sul territorio nazionale.

Tre milioni di euro al mese: il soldi per l’accoglienza dal fondo Ue.
Uno sforzo ripagato grazie ai rimborsi del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea: in base ai dati del 2015 si calcola che dal Fondo, tramite il Ministero dell’Interno, siano arrivati nell’Isola per il solo mese di dicembre quasi tre milioni di euro per l’accoglienza ai migranti: 1,289 a Cagliari, un milione a Sassari, 361 mila e 300 mila rispettivamente a Nuoro e Oristano.

Sono ovviamente cifre provvisorie, dato che il numero dei migranti nell’isola è in costante aggiornamento tra arrivi e partenze, ma si tratta di una consistente quantità di denaro che di certo permette a molti alberghi e agriturismi di tenere le stanze occupate anche fuori stagione e agli operatori del sociale di lavorare sul territorio. Non certo una ricchezza, dato che parliamo di un’emergenza umanitaria, ma questi rimborsi assicurano una boccata d’ossigeno per l’economia isolana.
Il denaro passa dal Ministero dell’Interno ai suoi uffici periferici, le prefetture, e da qui viene liquidato direttamente alle società, cooperative o strutture private che hanno stipulato un contratto con la prefettura di competenza per ospitare i migranti grazie a bandi pubblicati periodicamente. Il calcolo dei rimborsi è facile: per ogni straniero accolto si ricevono circa 35 euro al dì. I soldi come ben sappiamo non vanno agli ospiti ma alla struttura che da loro alloggio: con questi si dovranno garantire gestione amministrativa, assistenza alla persona, pulizia degli spazi, tre pasti al giorno e assistenza medica, oltre che un servizio di mediazione linguistica e culturale.

Le strutture per l’accoglienza straordinaria. Le strutture attive a Cagliari sono cinquanta, 17 a Sassari, otto a Nuoro e dieci a Oristano; nel corso del 2016 arriveranno a 193 in tutta la regione. Qui si ospitano i migranti che hanno fatto richiesta di protezione internazionale; arrivano soprattutto dalla Nigeria, seguita da Bangladesh, Gambia, Senegal, Mali, Pakistan, Ghana, Costa d’Avorio, Guinea, Ucraina, Algeria, Marocco, Somalia, Eritrea. Delle tremila richieste presentate nel 2015 alla Commissione Territoriale solo il 20% è stato accolto: 1400 sono ancora in attesa di giudizio, 8 domande su 10 vengono respinte. Chi ha avuto un diniego presenta quasi sempre un ricorso e aspetta anche tre anni prima di una nuova risposta, nel frattempo ha ancora diritto all’accoglienza.

Il sistema Sprar. L’altro volto dell’emergenza migranti è il Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar), una rete che coinvolge direttamente gli enti locali per progetti sul territorio. Anche i numeri dello Sprar sono destinati ad aumentare: proprio nei giorni scorsi è scaduto il termine per il finanziamento di nuove idee in tutta Italia. Per ora lo strumento Sprar è stato poco sfruttato nell’Isola con soli tre progetti attivi: quello della Provincia di Cagliari, gestito dall’associazione ‘Cooperazione e Confronto’ e quelli del Comune di Villasimius (“Terra dell’Uomo”, attivato dal 2014 e gestito dall’associazione Gus onlus di Macerata) e del Comune di Quartu Sant’Elena gestito dalla Caritas cagliaritana. Non solo ospitalità con la rete Sprar: comuni, province e regioni fAnno la loro parte nel garantire l’integrazione dei migranti che vogliono costruire una nuova vita nel nostro paese grazie a tirocinii, corsi di formazione, avviamento al lavoro. Anche nell’Isola c’è chi c’è riuscito davvero, come l’iracheno Sheruan: oggi ha una attività sua e lavora con regolarità, la sua casa ormai è la Sardegna.

Francesca Mulas

 

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