Maltempo, Anas sotto tiro: le reazioni della politica

Una vittima, un disperso, crolli, allagamenti e le campagne devastate nel sud est e nell’area a ovest di Cagliari. Questo il bilancio – provvisorio – del maltempo nell’Isola. Nel mirino ora c’è l’Anas, ente gestore delle strade statali con l’immagine simbolo del crollo sulla Sulcitana, la 195.

Dopo le polemiche sollevate dal senatore della Lega-Psd’Az, Christian Solinas, anche il capogruppo dei Riformatori nel Consiglio regionale della Sardegna, Attilio Dedoni, va all’attacco dell’Anas. “È assurdo che dopo gli eventi calamitosi che si sono succeduti nell’ultimo decennio, e che alla Sardegna hanno causato danni gravissimi e la perdita di diverse vite umane, l’Anas non abbia mosso un dito per mettere in sicurezza la rete stradale”, osserva Dedoni. “Quali siano le strade più a rischio in caso di forti precipitazioni è noto ormai da tempo – spiega – ma l’Anas, oltre a non aver riparato quasi nessuno dei danni causati dalle alluvioni del passato, non ha fatto nulla”. “Nei prossimi giorni – annuncia – presenterò un’interrogazione alla Giunta, per chiedere di mettere in mora l’azienda affinché si faccia carico di quegli interventi”. Secondo Dedoni, “l’unica soluzione resta sempre la costituzione di un’agenzia della Regione che assuma la gestione della rete viaria isolana”.

Gli attacchi di Solinas. “Non è il momento delle polemiche, tuttavia è francamente inaccettabile che si continui a parlare di eventi imprevedibili”. Lo dice il segretario del Partito sardo d’Azione e senatore Lega-Psd’Az, Christian Solinas, dopo l’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio il sud Sardegna. “Il dissesto che la ss 195 ha subito è il risultato di negligenze e di lentezze amministrative – osserva – con l’Anas che a distanza di un decennio non ha portato a compimento la nuova strada, nonostante fosse finanziata”.

Ex assessore Maninchedda. “C’è un solo nome da fare: Anas. Noi dobbiamo scrollarci di dosso questo mostro di Stato inconcludente e pachidermicamente lento, che fa manutenzioni ridicole (quando le fa)”. Lo scrive sul suo blog l’ex assessore ai Lavori pubblici della Regione Sardegna e segretario del Partito dei sardi, Paolo Maninchedda, commentando i danni sulla strada statale 195 in un post intitolato “La scomoda verità di fronte alle alluvioni”. “Oggi esiste la società delle infrastrutture della Sardegna”, ricorda Maninchedda, riferendosi all’Anas sarda prevista nella nuova legge sugli appalti approvata grazie a una battaglia tutta targata Pds. Ma, spiega, “bisogna capitalizzarla”. E c’è il problema del costo delle manutenzioni delle infrastrutture regionali. “Anche se i partiti politici sono restii ad ammetterlo – dice Maninchedda – la Sardegna ha bisogno di 100 milioni l’anno”. Poi c’è il costo per le manutenzioni delle infrastrutture comunali. “Se si pensa che i Comuni riescano a farvi fronte col Fondo unico si vive su Marte”, attacca l’ex titolare dei Lavori pubblici. Maninchedda ricorda infine quando da assessore ha realizzato le opere di mitigazione delle zone alluvionate, compresa l’area di Capoterra: “Ho patito una via crucis, c’è il momento dell’emergenza nella quale tutti sono disposti a tutto, subito dopo iniziano mille difficoltà per la realizzazione delle opere. Anche per questo mi ha fatto piacere leggere le dichiarazioni del sindaco di Capoterra che ha confermato come le opere realizzate hanno funzionato”.

Cabras (M5s): “Chi uccide è l’austerity “. La nuova strada statale Sulcitana è stata progettata nel 1998 e non è stata conclusa. Fare questi investimenti è urgente per segnare un vero cambiamento”. Lo dice, in merito all’ondata di maltempo nel sud Sardegna, il deputato del Movimento Cinquestelle, Pino Cabras, secondo il quale “fare questi investimenti è urgente per segnare un vero cambiamento. Perché d’ora in poi chi uccide non è lo sviluppo, non è il maltempo, è l’austerity. E anche i guardiani dei trattati europei devono saperlo”. Cabras ricorda “i gravissimi danni causati in Sardegna dalle intense precipitazioni di questi giorni che hanno già provocato altre vittime in passato, e seriamente compromesso la viabilità di decine di strade principali, in particolare le statali 125 e 195”. Da decenni, sostiene il parlamentare sardo, “si costruisce pensando di fare a meno della geologia, ma i fiumi hanno memorie lunghissime”.

La sindaca di Pula, Carla Medau: “Toninelli venga qui”.  “Un nastro d’asfalto destinato a essere inghiottito dal mare o dalle piene dei fiumi che arrivano dalla montagna”. Usa questi termini la sindaca di Pula, Carla Medau, per descrivere il tratto di statale 195 più colpito dall’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio il sud Sardegna. Si tratta del pezzo di strada che lambisce la zona umida dello stagno sino al centro abitato di Capoterra. Un passaggio necessario per raggiungere Pula, località turistica sede, per esempio, dell’esclusivo resort Forte Village. “Della 195 parlavano i nostri padri – ricorda la prima cittadina – ora siamo nelle condizioni di dover raccontare la sua storia ai nostri nipoti senza che nel frattempo si sia trovata una soluzione”. Come amministratori, attacca, “non siamo più nelle condizioni di tutelare i nostri cittadini: è ora di dire basta”. Basta “all’inerzia di enti sovraordinati come l’Anas che ha la delega del governo”. “Apprezzo – ammette Medau – gli sforzi che l’ente delle strade sta facendo in modo massiccio e risolutivo in queste ore, ma si tratta solo di pezze e tamponamenti che non risolvono certo i problemi”. Per la sindaca, “è impensabile che un territorio come il nostro nel quale coesistono realtà economiche di primo livello come quella industriale e turistica, per un qualunque motivo, per giorni interi sia tagliato fuori per via dei trasporti”. Soluzioni? “Abbiamo più volte stigmatizzato la situazione e la lentezza non degna di un paese civile – sottolinea – ora bisogna ripensare la viabilità di questo punto così vulnerabile facendo scelte coraggiose seduti a un tavolo con il Governo: la Regione deve puntare i piedi e il ministro dei Trasporti Toninelli venga nell’Isola per rendersi conto di che cosa stiamo parlando”.

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