L’avvocato del ‘padre orco’: “Dura stare in carcere da innocenti”

Una famiglia distrutta, un padre accusato di abusi sessuali dai figli, due bambini oggi diventati adulti che si portano dietro un’esperienza terribile: la vicenda di Saverio, oggi 46 anni, richiuso nel carcere di Bancali con la condanna a nove anni di reclusione, è stata segnata dalle accuse dei figli Gabriele e Michele, all’epoca 9 e 12 anni.

A distanza di dodici anni dai fatti, e a sei dal processo, la verità decisa dai giudici potrebbe essere riscritta: secondo nuove rivelazioni quelle accuse erano completamente false e i due ragazzini avrebbero inventato tutto, spinti alla falsa testimonianza dalla mamma all’interno di una situazione familiare tesa e conflittuale.

A dare la clamorosa notizia oggi è Massimiliano Battagliola, avvocato di Brescia che chiederà alla Corte d’Appello di Roma di rivedere il processo: cosa accadde veramente in quella casa di Brescia dove Saverio, emigrato sardo, viveva nel 2003 insieme alla moglie e ai due figli Michele e Gabriele, sta scritto nelle pagine di un diario che Michele consegnò qualche anno fa agli educatori della comunità dove ha vissuto fino alla maggiore età. Il memoriale non fu mai preso in considerazione mentre il processo era ancora in corso, eppure le parole di Michele, oggi 24 anni, avrebbero potuto scagionare completamente il padre: “Per togliere di mezzo papà mia madre ha cominciato ad imbottirci di menzogne – ha scritto il ragazzo – cose che non erano reali, cose che mio padre non ha mai fatto e non farebbe mai”.

Una verità diversa che ora i giudici romani dovranno appurare: l’avvocato Battagliola sta preparando il dossier per la revisione del processo, sarà consegnato tra una decina di giorni. “Stiamo lavorando con grande attenzione a un copiosissimo ricorso – sottolinea l’avvocato dell’uomo – la parte integrante del fascicolo è il memoriale che Michele ha consegnato sei anni fa ai suoi educatori e mai messo agli atti del processo, ma ci saranno anche nuove indagini difensive e nuove testimonianze, in primis quelle dei ragazzi che da accusatori sono diventati testimoni. A quell’epoca ci furono indagini molto accurate, con 75 testimoni interrogati, perquisizioni, sequestri, intercettazioni, ma alla fine furono le accuse dei figli che convinsero i giudici a condannare il padre, accuse che pure tra tante perplessità vennero interpretate come vere.  Oggi invece i ragazzi riferiscono che erano stati spinti dalla mamma a dire cose mai accadute”.

In quel processo ci furono sette imputati: tutti assolti i sei parenti di Saverio, unica condanna la sua, undici anni in primo grado e nove stabiliti dalla Corte d’Appello di Cagliari. Oggi Saverio, 46 anni, si trova rinchiuso nel carcere sassarese di Bancali: “Lo vedrò mercoledì – prosegue Battagliola – è un uomo di grande coraggio perché affrontare tutto questo sapendo di essere innocente non è facile. È fiducioso sulla eventualità di una revisione della condanna. I figli? Gli stanno vicino: da tempo, da quando cioè hanno compiuto 18 anni, sono corsi da lui per stargli accanto, per lui è una grande consolazione. Le vittime di questa storia sono tre: Saverio e i suoi due figli, spinti a mentire dalla madre. Oggi per fortuna la verità è venuta alla luce, non sarà facile ma speriamo di riuscire a dimostrarlo davanti a un tribunale. Se la revisione sarà accettata forse sarà davvero la fine di un incubo”.

Francesca Mulas

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