È incatenato dal 14 dicembre, Silvano Barabino. È incatenato davanti ai cancelli della Italcementi di Samatzai (Cagliari) per protestare contro un licenziamento che definisce illegittimo. Questa mattina l’operaio ha ricevuto la visita di una delegazione di lavoratori dell’Alcoa, i quali hanno voluto condividere la battaglia, anche simbolicamente, regalando a Barabino un caschetto bianco.
“Ricambierò la visita – ha detto emozionato -. Le nostre sono tutte guerre perse. Dopo 35 anni di sindacato vedo che oggi non è rimasto più niente. Non c’e’ più l’esercito. Non si combatte. Non c’è partecipazione. Con la riforma Fornero gli animali sono trattati meglio”.
Barabino parla con voce roca e non nasconde l’emozione, al pari degli operai Alcoa. “Nonostante il pronunciamento di giugno da parte del Tribunale di Cagliari – racconta l’operaio – la ditta Abate Meccanica, impresa d’appalti della Italcementi, subentrata alla Meccanica costruzioni di Sassari, si rifiuta di riassumermi”. E questo a differenza degli altri colleghi, una ventina in tutto.
Durante la visita della delegazione Alcoa è arrivata anche la sindaca di Samatzai, Agostina Boi, accompagnata da alcuni assessori. Barabino non ha intenzione di interrompere la sua protesta. “Continuerò sino a quando non sarò reintegrato nel mio posto di lavoro”.
Carlo Martinelli
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Dall’ufficio stampa della Italcementi
In merito alla vicenda dell’operaio della Abate Meccanica che da due settimane sta esprimendo la sua protesta presso lo stabilimento di Samatzai, il direttore della cementeria ha inviato una lettera alle autorità locali e alla stessa Abate Meccanica per sollecitare una soluzione della vicenda, rispetto alla quale la cementeria stessa non ha strumenti per poter intervenire, essendo Italcementi estranea alla vicenda.