Natale e le vertenze aperte: da Alcoa alla ‘chimica verde’. In 6mila in fuga

L’ennesimo tavolo al Mise sulla vertenza Alcoa, gli operai davanti al Palazzo a Roma, con i caschi sul marciapiede, con la speranza per il futuro produttivo dell’azienda di Portovesme, mentre nel Nuorese vi è la determinazione dei colleghi di Ottana Energia davanti ai cancelli dello stabilimento anche nel giorno della vigilia di Natale. Sono fotografie, crude istantanee di un fine 2015 che non fa sconti a nessuno nemmeno sotto le Feste.
Non vi sono fortunati, neanche chi pensava di essere coinvolto nella rivoluzione della Chimica verde di Porto Torres, un’oasi, in un contesto di desertificazione industriale, che rischia di scomparire: Matrìca, progetto di creazione di bio plastiche che prevedeva 300 assunzioni grazie a un investimento di 500 milioni di euro, ma non decolla perché Eni vorrebbe tirarsi indietro. Ora ciò che resta dell’industria sarda può solo tenere il fiato sospeso scommettendo su un regime di essenzialità energetica che Terna ha deciso di non garantire più: dalle centrali elettriche di Fiumesanto (Sassari), a Portovesme (Carbonia Iglesias) e Ottana (Nuoro), le prime due salvate in extremis l’altro giorno al tavolo del Mise, l’ultima ancora a rischio.

Sul versante del settore agricolo si registra una ripresa con l’agroalimentare e il vitivinicolo, ma si tratta di poco, il turismo va, ma potrebbe far di più con politiche di destagionalizzazione. I settori delle infrastrutture e dell’edilizia sono bloccati perché, nonostante il mutuo da 700 milioni di euro contratto dalla Giunta regionale, i cantieri restano chiusi e quindi nessuno assume. Sullo sfondo, in tanti non ci pensano due volte e scappano: seimila giovani nel 2015 hanno preso questa strada verso l’estero o le altre regioni italiane.

Se infatti, secondo i dati Istat, la disoccupazione in Sardegna si attesta al 16,7%, quella giovanile è quasi il triplo. “Quello sardo è un sistema debole in un Paese in difficoltà – dice il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus – la Giunta Pigliaru ha dato qualche segnale di vita, penso al mutuo per investire in infrastrutture, ma di 700 milioni ne sono stati impegnati appena 61. Manca una legge che snellisca la burocrazia. Bisogna puntare sull’agroindustria, la formazione e sul funzionamento reale dei Centri servizi per il lavoro. Questa è la sfida per il 2016″.
Secondo il segretario regionale della Cisl, Oriana Putzolu, “il 2015 ha dimostrato ancora una volta che il lavoro è un’utopia”. È vero “l’assessore del Lavoro ha intercettato moltissimi giovani sardi grazie a ‘Garanzia giovani‘, ma una volta fatti tirocini nelle aziende, in pochi sono stati assunti. Nel 2015 abbiamo visto solo buone intenzioni, nel 2016 vorremmo dire ‘avete fatto un buon lavoro'”.

“Niente di eclatante – dice l’assessore del Lavoro, Virginia Mura – ma un avvio di ripresa c’è. Soprattutto sulla scia dei settori dell’Ict, dell’agroalimentare e della nautica. Lo dimostra il fatto che, secondo gli indicatori economici, non apparteniamo più alla fascia del Sud Italia. Questo rappresenta un successo, una spinta a fare meglio nel 2016″.

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