Sardegna ancora una volta divisa in due. E’ successo alle 13.30, quando oltre 500 allevatori arrivati a Tramatza da tutt’Isola per l’assemblea del Movimento pastori sardi (Mps), alcuni anche con la famiglia al seguito, hanno invaso la statale 131 occupando la carreggiata e bloccando il traffico in entrambe le direzioni. Il blitz, avvenuto sotto il controllo delle forze del’ordine, è durato poco più di un quarto d’ora e i disagi per gli automobilisti sono stati ridotti al minimo.
A spiegare i motivi della protesta, il leader del Movimento Felice Floris. “La pastorizia sarda sta morendo e non possiamo perdere altro tempo”, attacca al microfono chiamando a raccolta assieme a tutti gli allevatori anche i sindaci e gli amministratori dell’Isola. Nel mirino dei pastori, sottolinea ancora Floris, “la classe politica sorda e assente, che non si occupa delle questioni primarie della Sardegna, e un apparato burocratico, quello dell’assessorato all’Agricoltura, che costa 150 milioni all’anno solo di stipendi ma non sa dare risposte alla crisi del settore”. La rivolta è pronta per suonare la sveglia ai ‘potenti’. “Il fronte della battaglia aperta oggi a Tramatza – promette infatti Floris – si sposterà entro il mese di luglio a Cagliari, con una grande manifestazione di piazza.
Se necessario daremo l’assalto al Palazzo”, minaccia il leader di Mps annunciando “una valanga umana che stani una politica ignava e assente”. Due le richieste del Movimento: “subito l’1 per cento del bilancio regionale, pari a una ottantina di milioni, per salvare le nostre greggi, perche – ribadisce Floris – con il latte a 50 centesimi non riusciamo più a campare. C’è poi l’emergenza siccità, è urgente il riconoscimento dello stato di calamità naturale”. I pastori hanno già strappato il sostegno dei sindaci. “Questa non è una battaglia di comparto ma una battaglia di tutta la Sardegna”, dice il presidente dell’Anci Emiliano Deiana confermando la sua presenza e quella di tanti altri primi cittadini alla manifestazione di Cagliari.