La Maddalena, blitz di Legambiente all’ex Arsenale: “Ora basta promesse”

Dai sogni del G8 a La Maddalena al rischio di relegare all’abbandono una delle maggiori aree di pregio della Sardegna: ora si faccia immediatamente chiarezza sulla bonifica lasciata a metà che non permette l’utilizzo del nuovo porto dell’ex Arsenale della Marina, i cui fondali risultano ancora gravemente inquinati, e si provveda al più presto alla tutela e alla salvaguardia di quest’area. A chiederlo a gran voce è Legambiente, dopo il blitz di Goletta Verde – storica campagna a tutela delle coste e dei mari italiani – nell’area dell’ex struttura della Marina. “La recente “declassificazione” da sito di interesse nazionale a regionale non deve esimere Ministero e Regione dalle proprie responsabilità: occorre evitare inutili balletti di competenze e ridare dignità e sicurezza a questa zona”, prosegue Legambiente. “Non bastano le nuove rassicurazioni arrivate ora anche dal sottosegretario del ministero dell’Ambiente Marco Cirillo sulla disponibilità di fondi per la bonifica. La parola d’ordine è sempre la stessa: si faccia subito“.

La tappa di Legambiente è arrivata anche alla luce dei recenti sviluppi dell’inchiesta che vede diversi indagati, tra cui l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. “Quello che sta accadendo all’ex Arsenale è vergognoso – commenta Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna -. Nei giorni scorsi il sottosegretario all’Ambiente Marco Cirillo, in visita a La Maddalena ha confermato la disponibilità dei primi fondi del Ministero, ma non vorremmo che anche questo si tramutasse nell’ennesimo annuncio spot. Parliamo di tutto il degradato sistema militare, dall’ex Arsenale all’ospedale militare riconvertito in struttura ricettiva di lusso, chiusa dopo appena due anni di attività con la beffa del mancato G8″.

“Alla comunità maddalenina era stata promessa una nuova prospettiva di sviluppo dopo cento anni di monocultura militare“, prosegue Tiana, “ed invece la realtà vede edifici abbandonati, come l’ex ospedale militare trasformato in albergo e mai entrato in funzione o l’ex arsenale chiuso dopo 2 anni. Inoltre ci sono gli strascichi sul delicato equilibrio ambientale dell’area, visto che i risultati delle analisi disposte a seguito dell’inchiesta della magistratura hanno confermato la presenza di fondali ancora gravemente inquinati. L’intero sistema di bonifica immaginato e progettato per l’ex Arsenale non solo non è stato mai completato, ma ora rischia di rimanere un sogno, visto che l’ex Governo Monti ha deciso di declassificare il sito da “interesse nazionale” a “regionale”. Non possiamo più tollerare che i cittadini di quest’isola subiscano oltre il danno anche la beffa – conclude Tiana – Regione e Ministero si attivino al più presto per trovare un’intesa e attivare, questa volta sul serio, i piani di riconversione, riqualificazione e bonifica dell’ex Arsenale”.

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