La crisi fa crollare anche i viaggi della speranza: i sardi si curano nell’Isola

Sempre meno sardi si curano fuori dall’Isola: così risulta dal report di Demoskopika che in tutta Italia ha misurato l’indice di performance della sanità. E nella nostra regione il primo dato emerso è un 9,2 per cento di popolazione che nel 2017 non ha avuto i soldi per pagare le prestazioni mediche non convenzionate e quindi ha rinunciato alle cure. A questo disagio economico si lega anche l’aumento dei malati che, sempre un anno fa, si sono fatti seguire negli ospedali dell’Isola, anziché partire per i cosiddetti viaggi della speranza.

Tecnicamente si parla di mobilità passiva e la Sardegna è la regione che ha registrato il secondo valore più basso, col 5,6 per cento, pari a 14.918 ricoveri. L’Isola si è piazzata subito dietro la Lombardia, al 4,7. Gli effetti per il servizio sanitario regionale si sono tradotti in un risparmio di 82.207.639 euro. In terza posizione, col 6,3 per cento, l’Emilia Romagna. È invece il Molise la regione dalla quale i residenti scappano di più, scegliendo di curarsi altrove: nel 2017 ha fatto così il 27,2 per cento dei pazienti.

Ma se è vero che in Sardegna la crisi economica ha inciso in maniera pesante sulle decisioni di cittadini e famiglie limitando l’accesso alle cure, va sottolineato pure un aspetto positivo: la percezione che i sardi hanno degli ospedali dell’Isola non è disastrosa in assoluto. Sempre dal report di Demoskopika risulta che il 30,5 per cento dei pazienti è soddisfatto dell’assistenza offerta. Il dato è a metà classifica tra il 66,1 della Valle d’Aosta e il 13,3 della Basilicata e permette di dire che la scelta di non curarsi altrove sia in parte determinata dalla fiducia nella sanità regionale.

Sulla mobilità attiva, cioè il numero di pazienti che arrivano in Sardegna da altri ospedali italiani, il dato è scontato: l’insularità contribuisce a tenere basso il livello di attrattività delle strutture regionali con appena l’1,5 per cento di ricoveri ‘non sardi’, pari a totale di 3.833. Le strutture sanitarie preferite sono invece quelle del Molise che nel 2017 hanno fatto segnare il maggior numero di pazienti provenienti da altre regioni: 28 per cento, con 14.654 ricoveri. E si tratta di un trend che sorprende, visto che i residenti scappano, mentre il numero dei non molisani curati è consistente. Sulla mobilità attiva seconda posizione per la Basilicata, al 18,3, terza l’Umbria col 15,5.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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