Insulti a Paolo, giovane chef con la Sla. Il fratello: “Troppo odio, sul web e fuori”

La visibilità guadagnata da Paolo Palumbo, il giovane chef oristanese malato di Sla, ha scatenato gli haters (chi diffonde odio sul web, ndr). La sua battaglia mediatica per poter affrontare le cure sperimentali a Gerusalemme, che ha portato numerosi personaggi famosi a schierarsi al suo fianco e contribuire alla raccolta fondi, ha tirato fuori il peggio da altre persone che hanno deciso di prenderlo di mira. A svelare quello che sta succedendo e prendere le difese di Paolo è suo fratello Rosario Palumbo che segue agguerrito la sua battaglia.

“Per la prima volta oggi non sarà Paolo a scrivere un post, ma io: suo fratello Rosario – ha scritto sulla sua pagina Facebook -. È con grande rabbia che comunico un momentaneo allontanamento di Paolo dai social network per tranquillizzarsi, dovuto alle ripetute offese e minacce che ha ricevuto nelle scorse settimane, sia tramite attacchi privati che pubblici, di cui trovate un esempio nell’immagine”. Il fratello ha pubblicato tre commenti che descrivono la cattiveria di chi sta attaccando il fratello: ‘È inutile che ti dai da fare, in Israele tanto non ci arrivi’, ‘Tanto muori come morirà mio padre’ e ‘Bastardo tu, bastardo chi ti sostiene’.

“Abbiamo saputo che ci sono delle chat private in cui dei gruppi di persone si divertono ad insultare l’operato di Paolo e si mettono d’accordo per trovare il modo di demolire agli occhi degli altri ogni sua azione – scrive Rosario Palumbo -. È giusto che questa gente sappia che ogni atto diffamatorio documentato avrà le conseguenze che merita, perché la legge è uguale per tutti e la cattiveria gratuita ai danni di un giovane nelle sue condizioni non può essere giustificata.
Non pubblicheremo i nomi di costoro come invece stanno facendo loro con noi, sabotando una campagna di raccolta fondi che si è sempre basata sulla trasparenza e con un obiettivo nobile: sarebbe vergognoso”.

Rosario Palumbo ricorda come il fratello si sia dato da fare per gli altri e abbia deciso di ricorrere a qualunque mezzo, arrivando a fare lo sciopero della fame, per farsi curare. “Paolo è il più giovane malato di Sla d’Europa, ma ciò non lo rende un malato di ‘serie A’, al contrario, lui si è sempre messo in prima linea per i diritti degli altri, ha cambiato le vite di centinaia di persone grazie al Tampone, al suo libro di ricette, alle sue iniziative a favore dei più deboli – ricorda – e il suo inserimento nel protocollo Brainstorm è dovuto esclusivamente ai canoni ristretti di accettazione da parte dell’ospedale di Gerusalemme che oltre allo stadio avanzato della malattia, hanno tenuto in considerazione l’età (peraltro senza concedere agevolazioni dal punto di vista economico)”.

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“La verità è che l’obiettivo di Paolo, fin dall’inizio del suo sciopero della fame, è sempre stato quello di portare questa terapia sperimentale in Italia, affinché per lo meno i suoi costi si dimezzino – aggiunge il fratello-angelo custode di Paolo Palumbo -. Infatti, è grazie a lui se è attualmente in discussione l’attuazione del protocollo d’urgenza da parte del ministero della Salute per portare la terapia nel nostro paese in tempi brevi, non grazie a chi millanta di parlare a destra e a manca senza concludere niente”.

“In quanto persona mentalmente libera ed autonoma, mio fratello ha tutto il diritto di indire ogni tipo di iniziativa desideri, indipendentemente dalla sua risonanza mediatica dovuta ai social network: chiunque lo stia attaccando potrebbe investire il suo tempo a fare del bene come ha sempre fatto lui, e non a pretendere che siano sempre gli altri ad attivarsi per smuovere le acque (solo per poi criticare qualsiasi cosa non gli vada a genio) – spiega -. Prima della Sla, mio fratello era uno dei tanti ragazzi che vogliono vivere una vita tranquilla, e credo che tutti dovremmo ringraziarlo per la forza implacabile con cui ha portato avanti le sue idee”.

“In fondo si sa – conclude Rosario – chi segna la storia non viene mai accettato subito, perché la paura fa rifiutare i cambiamenti, ma io continuerò a stare dalla parte di Paolo, ieri oggi e per sempre e ringrazio tutti coloro che hanno un cuore e che non si lasciano trasportare nell’odio generale che caratterizza ogni giorno di più il nostro Paese”.

M.Z.

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