Il campione italiano Simone Zaccheddu: da Macomer a Chicago per i mondiali del caffè

Fra i campioni nazionali che si sfideranno a colpi di tazzine nelle categorie Brewers Cup e Cup Tasters c’è anche il giovane di Macomer Simone Zaccheddu, numero uno nella categoria Cup Tasters che ora volerà a Chicago, dove, dal 12 al 14 aprile 2024, si gareggerà per il titolo mondiale. L’appuntamento da segnare in agenda è lo Specialty Coffee Expo, evento dedicato, appunto, al mondo del caffè. Per le discipline in gara ci sarà sul palco anche Gabriele Pezzaioli, Campione italiano di Brewers Cup.

Da Macomer a Torino, da Parigi a Firenze. Otto 8 minuti di tempo e 8 triangolazioni divise in set da tre tazze, di cui due identiche e una diversa: questa è la gara di Cup Tasters in cui il concorrente deve identificare, in un lasso di tempo molto breve attraverso il gusto e l’olfatto, la tazza diversa e Simone Zaccheddu ha riconosciuto ben 7 tazze in 2 minuti e 10, salendo sul podio e conquistando il titolo di Campione italiano. La storia di Simone, originario di Macomer in provincia di Nuoro, non è la classica storia di formazione, bensì un percorso a più riprese che lo ha portato ad appassionarsi al mondo del caffè a poco a poco. Tutto cambia nel 2014 quando si trasferisce a Parigi e inizia a lavorare presso il Grand Pigalle Hotel in cui viene servito lo specialty coffee: qui conosce Massimo Santoro, barista e coffee coach pistoiese, Campione nel 2018 alla “World Barista Championship France” (WBC), che cambia completamente la sua prospettiva e il suo percorso. Rientrato in Italia nel 2016, Simone decide così di investire nella sua formazione con i corsi di SCA Italy – Roasting foundation, Barista, Brewing, Sensory skills e Green coffee – continuando a lavorare in piccoli bar a Firenze, finché non riceve l’offerta di Ditta Artigianale nel 2018 per il ruolo di barista. Nel 2022 inizia a lavorare come coffee expert per l’Accademia del caffè espresso della Marzocco dove lavora anche oggi.

Figlio di baristi tradizionali, Simone ha un primo approccio con il bar durante le domeniche in
cui aiuta i genitori. “Il mio approccio al bancone è stato difficile, lavoravo aiutando i miei genitori e lo vedevo come una costrizione più che il lavoro che avrei fatto per tutta la vita – racconta Simone Zaccheddu – l’incontro con Massimo Santoro poi è stato uno spartiacque, in cui ho davvero capito che, se volevo continuare su questa strada, dovevo investire sulla mia carriera e così ho fatto. In questo settore spesso si ha la tendenza a scegliere un approccio e seguirlo come la bibbia, secondo me bisogna invece cercare di trovare la propria strada personale: solo così si può davvero capire cosa c’è dietro il caffè, le vite, le storie che si avvicendano; non conta solo l’ultimo trend in fatto di caffè, anche perché si tratta di una bevanda che viene bevuta in tutto il mondo e non si può pensare che tutti abbiano gli stessi gusti” – sostiene il Campione italiano di Cup Tasters.

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