Giovanni Demarcus, volontario Avis da record: “Donare è un’emozione indescrivibile”

Ai primi di agosto raggiungerà le 130 donazioni di sangue: un’abitudine che ha preso dall’età di 22 anni, quando sotto il servizio militare l’Esercito italiano concedeva una licenza premio per chiunque volesse dare il sangue. Da allora non ha più smesso: Giovanni Demarcus, 62 anni di Perfugas, è uno dei soci Avis più assidui dell’Isola: con le sue 120 donazioni ha già raggiunto la medaglia d’oro con diamante, il riconoscimento più prezioso concesso dall’Associazione Volontari Italiani Sangue, dopo aver conquistato le medaglie di bronzo, argento, d’oro con rubino e con smeraldo.

“Purtroppo sono stato fermo per 7 anni a causa di una diagnosi sbagliata – ci racconta oggi in occasione della Giornata del Donatore di Sangue, celebrata dal 2004 per volere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e ricordata anche in Sardegna – altrimenti avrei nel tesserino un numero ancora più alto”. Demarcus ha frequentato i centri raccolta di sangue con regolarità raggiungendo la media di 4 donazioni all’anno. Oggi è presidente dell’Avis comunale di Perfugas, un comune di circa 2500 abitanti che riesce a contare anche 300 donazioni in un anno e 17o donatori in tutto il paese. Non c’è solo la solidarietà per chi ha bisogno di sangue: l’Avis di Perfugas si occupa anche di soccorso e protezione civile: con i suoi 70 volontari ha portato il suo aiuto in Abruzzo e Norcia, nei territori devastati dal terremoto, ed è chiamata anche nel primo soccorso ai migranti che sbarcano nei porti isolani.

Anche a Perfugas è grande la partecipazione dei giovani, in linea con quanto avviene nel resto della Sardegna dove il 57% dei donatori di sangue ha meno di 40 anni. “Riuscire a coinvolgere i ragazzi è una grande soddisfazione – sottolinea Demarcus – purtroppo il nostro paese sta vivendo un forte spopolamento con i più giovani che emigrano in cerca di lavoro, ma quelli che restano mostrano una grande sensibilità nell’aiutare il prossimo, che si tratti di dare il sangue o di aiutare nei momenti di emergenza”.

Dopo 7 medaglie con Avis, ogni singola donazione resta sempre un momento unico:”Per me fare qualcosa di utile per il prossimo, anche se non so chi sia, è un’emozione indescrivibile, qualcosa legato alla parte più profonda e intima. È un gesto che mi fa stare bene con me stesso”.

F. M.

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