I volontari del sangue: la Sardegna ha i donatori più giovani d’Italia

Siamo in costante carenza di sangue, eppure possiamo vantare un primato positivo: l’età media dei donatori sardi è la più bassa in Italia. Rispetto alle altre regioni, nell’Isola chi si avvicina alla donazione di sangue, che si tratti di strutture ospedaliere o di associazioni di volontari che si occupano della raccolta, sono soprattutto ragazzi o giovani adulti. Una tendenza decisamente contraria a quella che si registra nella penisola, dove i donatori hanno generalmente più di 45 anni.

Il dato è stato raccolto dall’Avis Provinciale di Cagliari e confermato dal Centro Nazionale Sangue, la struttura del Ministero che opera dentro l’Istituto Superiore di Sanità e si occupa del coordinamento e controllo tecnico-scientifico del sistema trasfusionale nazionale. Numeri importanti da sottolineare, oggi che si celebra anche nell’Isola la Giornata del Donatore di Sangue, voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dal 2004 ogni 14 giugno.

Giornata del donatore di sangue, in Sardegna è emergenza continua

“Nel 2016 il 57% dei donatori sardi di sangue aveva meno di 40 anni – ribadisce Francesco Letizia, presidente dell’Avis Provinciale che ha sede in via Talete a Cagliari – di questi, il 32% è addirittura under 30“. Nelle altre regioni italiane, su 1 milione e 700 mila donatori in tutto il paese, la media è capovolta e la fascia di età più rappresentata è quella tra i 45 e i 60 anni. “13 anni fa abbiamo avviato una campagna dedicata proprio ai giovani – prosegue Letizia – anche con borse di studio e presidi nelle scuole e nelle università. Grazie a questo siamo riusciti a conquistare donatori molto giovani. Si tratta soprattutto di studenti, ma sono rappresentate tutte le categorie sociali”.

Giovanni Demarcus, volontario Avis da record: “Donare è un’emozione indescrivibile”

In generale la Sardegna può vantare un alto indice di donatori rispetto alla popolazione: “Nel 2016 abbiamo contato 82.287 donazioni di sangue, siamo ancora lontani dall’autosufficienza dato che per l’alto numero di talassemici presenti nell’Isola ce ne servono circa 105 mila, ma è comunque un risultato di cui siamo molto orgogliosi: abbiamo 5 volontari ogni 100 abitanti contro il 4% dell’Italia. Rispetto a pochi anni fa abbiamo avuto una straordinaria crescita: nel 2007 le donazioni erano 71 mila, oggi sono 11 mila in più. Un dato che ha anche un risvolto economico: la Regione Sardegna, obbligata a importare il sangue che manca dalle altre regioni, ha risparmiato in questi anni circa due milioni di euro. I numeri ci dicono che stiamo lavorando molto bene e non possiamo che esserne felici”.

Unica nota stonata, in questa regione dove evidentemente la donazione volontaria di sangue sta diventando una prassi diffusa, è che non tutti lo fanno con regolarità o si associano in federazioni e associazioni: mentre il 90% degli italiani aderisce a una associazione come l’Avis, nell’Isola solo il 51% lo fa. “Il motivo è semplice – sottolinea Francesco Letizia – molto spesso si da il sangue se si viene chiamati a farlo per qualcuno in particolare. Ovviamente siamo contenti di questa solidarietà ma preferiamo promuovere una cultura della donazione continua e abituale, non necessariamente utile per un nome preciso. Anzi, il principio che portiamo avanti è proprio che si fa in forma anonima e verso chiunque ne abbia bisogno. Incoraggiamo i cittadini a donare sempre, a prescindere dalle emergenze o da un’esigenza del momento, e in questo sposiamo pienamente lo slogan scelto per la Giornata del Donatore di Sangue 2017 “Non aspettare che si verifichino dei disastri. Che cosa puoi fare? Dona sangue. Dona ora. Dona spesso”.

Francesca Mulas

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