Femminicidio, i centri antiviolenza: “L’indignazione non basta”

Picchiata con ferocia, trascinata per i capelli e infine cosparsa di benzina e poi bruciata: è la tragica morte di Anna Doppiu, la donna uccisa dal marito poche settimane fa nella periferia sassarese. Un omicidio tremendo, certamente uno dei più brutali che le cronache isolane hanno registrato negli ultimi anni: oggi che si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne il pensiero non può che tornare a quel drammatico femminicidio, uno dei 116 consumati in Italia quest’anno.

Ancora Sassari è stata teatro di altri due gravi episodi: Simone Niort, appena 18 anni, è ancora in carcere per aver tentato di uccidere la compagna a sprangate lo scorso 13 giugno. Il 16 gennaio l’omicidio di Bonaria Sanna, 80 anni, uccisa dal nipote  Salvatore Usai, 36 anni, dopo una lite legata all’ennesima richiesta di denaro.

Le due vicende hanno lasciato dietro di sé una lunga scia di appelli affinché le donne vittime di minacce e soprusi riescano a denunciare e trovare sicurezza. Ma l’indignazione non basta: “Per combattere la violenza servono tavoli permanenti e una vera collaborazione fra Enti pubblici e Centri Antiviolenza” affermano dal centro cagliaritano Donna Ceteris. Non è la prima volta che chi si occupa di violenza sulle donne sollecita una sinergia tra enti, associazioni e professionisti: l’appello era stato lanciato appena quattro mesi fa, in occasione di una giornata di confronto a Cagliari a cui erano presenti i rappresentanti di Regione, prefetture, questure, polizia e carabinieri, ordine degli avvocati e degli psicologi e Centri Antiviolenza. I numeri registrati dalle questure e dai centri per le donne dicono che i reati sono in leggera diminuzione rispetto agli anni passati e allo stesso tempo sono aumentate le denuce: un segnale positivo, che dimostra una maggiore sensibilità e una più forte fiducia verso gli strumenti di soccorso.

In Sardegna, secondo i dati di Donna Ceteris, la piaga della violenza continua comunque ad essere allarmante: “Lo scorso anno sono stati commessi oltre 51mila reati – scrivono ancora sul sito di Donna Ceteris – di questi 15.549 hanno coinvolto donne. Nel primo semestre 2016 su 16.440 delitti 14.840 hanno visto vittime le donne”.

F.M.

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