Delitto di Orune, la pista del Goceano. Forse individuata l’auto dei killer

Trenta chilometri appena dividono Orune, nel Nuorese, da Nule, pieno Goceano. Ed è qui, nei legami tra i paesi, e le conoscenze tra ragazzi che si stanno concentrando le indagini degli inquirenti sull’omicidio di Gianluca Monni, lo studente di 19 anni, ucciso venerdì scorso alla fermata dell’autobus.  La conferma della pista del Goceano arriva questa mattina dai Carabinieri della compagnia di Bitti, guidata dal capitano Fabio Saddi, e del reparto investigativo del comando provinciale di Nuoro, diretto dal capitano Luigi Mereu: sono del paese nel Sassarese due dei tre sospettati. Un filo che unisce il delitto alla scomparsa, inspiegabile, di Stefano Masala, disoccupato di 28 anni. E al centro c’è proprio l’auto con cui si è allontanato per l’ultima volta: un’Opel corsa, grigia, ritrovata bruciata proprio il giorno dell’omicidio, nelle campagne di Pattada. Potrebbe essere quella l’utilitaria utilizzata dai killer per fuggire dopo aver sparato tre fucilate a Monni, al fianco sinistro e al volto.  Secondo alcuni testimoni, i sicari sarebbero infatti scappati a bordo di una vettura grigio scura di piccola cilindrata. L’ipotesi è che gli assassini, dopo aver fatto sparire Masala, possano aver usato la stessa macchina per compiere l’omicidio e fuggire. Auto trovata appunto carbonizzata, quasi a voler cancellare ogni traccia.

Il movente nella rissa. L’ipotesi investigativa si fonda su una lite scoppiata il 13 dicembre 2014 a Orune, in una sala da ballo, in occasione di Cortes Apertas. Lite proprio tra alcuni giovani di Orune (tra cui Gianluca Monni) e altri coetanei del paese del Goceano, ma non è chiaro se in questa circostanza fosse coinvolto anche Stefano Masala. Possibile, però, secondo gli investigatori, visti gli ambienti in comune che lo studente e lo scomparso, si conoscessero. Ed è proprio in questa occasione  che uno dei ragazzi di Nule avrebbe fatto apprezzamenti pesanti alla fidanzata di Monni, non graditi da quest’ultimo che ha quindi reagito. L’episodio è uno dei primi trapelati dai compagni di classe e amici del giovane ucciso nelle prime ore del delitto. Da qui la violenta discussione che sarebbe poi degenerata con la comparsa di una pistola puntata alla tempia dello studente di Orune, in suo aiuto sono accorsi i compaesani. E ancora c’è un’altra pista che porta in un paese vicino a Nule, dove c’è un altro sospettato, anche questa volta alla base ci sarebbe una lite tra ragazzi che avevano bevuto un po’ troppo. Le indagini degli investigatori procedono a ritmo serrato e sembra imminente una svolta. Sui legami con Nule i militari del Nuorese lavorano a stretto contatto con i colleghi del Nucleo investigativo del comando provinciale di Sassari che lavorano sulla scomparsa di Masala, mai rientrato a casa. Ore di apprensione e angoscia per il giovane per cui si teme una brutta fine.

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