Debiti per 46mila euro, fallisce holding della presidente di Sardegna Ricerche

È stata dichiarata fallita il 28 gennaio scorso la Collina srl, holding amministrata da Maria Paola Corona (nota Ketty), ex assessore regionale agli Affari generali con Ugo Cappellacci e attuale presidente del comitato tecnico di gestione di Sardegna ricerche,  la società in capo alla Regione che si occupa di aiutare le imprese isolane nei campi dell’innovazione, della ricerca e delle nuove tecnologie. Le quote della Collina srl – capitale sociale di 10.400 euro – sono divise in parti eguali tra Ketty Corona e il fratello Giorgio, medico, imprenditore ed ex consigliere regionale di Forza Italia.

La società fallita (il cui scopo principale era quello, con particolare riferimento alle aziende controllate, di “favorire lo sviluppo delle imprese operanti in Sardegna”) risulta attiva dal 1991, quando l’amministratore delegato era Ketty Corona. Tre anni dopo la carica passa al padre Armandino – politico, imprenditore ed ex Gran maestro della loggia massonica del Grande Oriente d’Italia – che la tiene fino al 1999, quando la figlia diventa amministratore unico. Incarico che tuttora ricopre, secondo la visura camerale.

Il documento con cui si dichiara il fallimento della società (guarda) è firmato dal presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Cagliari Vincenzo Amato, a seguito del ricorso presentato da una ex dipendente della holding di Corona, Barbara Ceccanti, assistita dalla legale cagliartiana Roberta Andria. A Barbara Ceccanti, licenziata nel 2011, il tribunale ha riconosciuto crediti nei confronti della Collina srl per 46.234 euro, tra stipendi e trattamento di fine rapporto non corrisposti. Da qui, nel 2014, la decisione di presentare ricorso in tribunale.

Una volta partita la procedura, la sezione fallimentare ha avviato il contraddittorio tra le parti ma la Collina srl “non ha prodotto i bilanci degli ultimi tre esercizi, né ha prodotto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria aggiornata”, si legge nella dichiarazione di fallimento. Peraltro, in relazione ai bilanci, le visure camerali confermano che l’ultimo documento finanziario disponibile risale al 2009. A quel punto la procedura è andata avanti e il decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Cagliari è diventato definitivo “per mancata opposizione”. Nessun pignoramento, però. La dichiarazione di fallimento parla infatti di “pignoramento negativo” in data 16 ottobre 2014. Significa che l’ufficiale giudiziario non ha, per motivi non specificati, avuto accesso alla sede societaria, in via Alghero 40 a Cagliari.

L’estensore della dichiarazione di fallimento, a conclusione dell’atto, invita “creditori e terzi che vantano diritti reali mobiliari o personali” a presentare la domanda di iscrizione al passivo almeno trenta giorni prima dell’udienza per l’esame dello stato passivo, fissata il 29 maggio 2015 alle 11 nella sala udienze della sezione fallimentare del Tribunale di Cagliari.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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