Covid, screening di massa in Sardegna. Vertice con Crisanti, i nodi da sciogliere

La logistica, i punti di somministrazione dei test rapidi antigenici orofaringei (1,1 milioni acquistati dall’Ats con l’opzione di un altro milione), i tempi, il personale preposto per avviare e portare a termine entro le prime tre settimane di gennaio la campagna di screening di massa in Sardegna annunciata sabato scorso dal presidente della Regione Christian Solinas. Di questo discuteranno il commissario straordinario dell’Ats Massimo Temussi e il virologo Andrea Crisanti in un incontro che si terrà oggi in videoconferenza, presente anche l’assessore della Sanità Mario Nieddu.

Si tratta del primo vertice ufficiale con il direttore del laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova, che da pochi giorni collabora con la Regione per mettere a punto questo programma ambizioso che punta a rendere la Sardegna Covid free entro la prossima estate. Il piano dovrebbe già partire tra Natale e Capodanno in alcuni Comuni del centro Sardegna particolarmente colpiti dalla pandemia e l’obiettivo è quello di concludere le operazioni di screening entro il 20 gennaio, prima comunque dell’inizio della campagna vaccinale anti-Covid.

Ogni cittadino ripeterà il test almeno due volte a distanza di una settimana o dieci giorni. Chi risulterà positivo si sottoporrà poi al tampone molecolare. Gli asintomatici o con pochi sintomi dovranno essere ospitati in strutture ad hoc (come i Covid hotel) per evitare che possano contagiare i familiari. Intanto sono attesi i test ordinati dall’Ats. All’accordo quadro per l’acquisto chiuso dalla Sardegna subito dopo l’insediamento di Temussi, quindi oltre un mese fa, partecipano più fornitori. La Regione sceglierà quello che sarà in grado di fornire un primo stock di almeno 150mila test. Gli altri arriveranno a scaglioni da 200mila l’uno nelle settimane successive.

Poche indiscrezioni sulla logistica: trattandosi di informazioni rivolte ai cittadini, la Regione intende promuovere una comunicazione massiva e organizzata. Si ipotizza che per la somministrazione saranno utilizzati locali dove sia possibile evitare gli assembramenti: di sicuro i drive-through allestiti dall’Esercito. Da capire anche se il personale addetto sarà sufficiente per affrontare tutta la campagna. Ovviamente si lavora per evitare la sovrappossizione dello screening con la vaccinazione anti-Covid a tappeto, e ancora una volta saranno i medici di base a fare la differenza: se saranno disposti a partecipare il problema non dovrebbe porsi, in caso contrario l’Ats potrebbe decidere di reclutare nuovo personale.

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