Concerti, spettacoli e tutela del sito. L’idea di Truzzu per l’Anfiteatro romano

Tutela sì, ma l’Anfiteatro romano di Cagliari deve poter riprendere a ospitare concerti e spettacoli. È questo l’obiettivo del sindaco, Paolo Truzzu, che questa mattina ha effettuato un sopralluogo tecnico all’interno del sito. Assieme a lui, le assessore, Gabriella Deidda e Paola Piroddi, e la presidente della commissione Cultura del Comune, Enrica Anedda Endrich. Durante la visita è emersa la necessità di “riaprire il sito a spettacoli e concerti nel rispetto della sua vocazione”, ha detto Truzzu. Nei primi anni del 2000, l’Anfiteatro fu ricoperto da una struttura in legno e ferro, poste sopra le rovine, che consentivano l’accesso al pubblico in occasione di eventi e manifestazioni pubbliche, dalla musica al teatro, durante la stagione estiva.

Le impalcature sono state interamente rimosse e ora ” “potranno iniziare gli interventi di restauro per una fruizione da parte del pubblico, con e le cautele riservate alla sua funzione di sito archeologico”, ha sottolineato Maura Picciau, direttore della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna, anche lei presente al sopralluogo.  L’obiettivo di Truzzu è fare in modo che il Comune sia pronto a restituire a cittadini, visitatori e turisti una dei suoi monumenti più preziosi. Anche “per la realizzazione del nuovo collegamento con l’Orto botanico”, ha annunciato il sindaco ricordando il recente patto di collaborazione con l’Ateneo di Cagliari.

Maura Picciau, inoltre, ha svelato che i lavori di restauro hanno “fatto emergere un efficace sistema di canalizzazione e raccolta delle acque piovane”. Si tratta di una “preziosa opera di ingegneria idraulica che sarà valorizzata”, annuncia l’esperta. Contenevano le acque piovane che confluivano nella cavea del monumento. Un sistema perfettamente funzionante grazie al quale l’acqua veniva fatta convergere e decantare nelle vasche antistanti un tunnel, che sbuca nella parete del cisternone dell’Orto dei Cappuccini.

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