Combatté contro l’Isis, indipendentista fa ricorso per riavere il passaporto

Una nuova istanza per riavere i documenti utili all’espatrio è stata presentata, stavolta al tribunale del Riesame, dall’avvocato Gianfranco Sollai, difensore di Pierluigi Caria, l’indipendentista nuorese di 33 anni finito al centro di un’inchiesta sui foreign fithers italiani per avere combattuto, secondo l’accusa, con una milizia curda in Siria. Nei suoi confronti, infatti, era scattato il sequestro preventivo del passaporto in quanto dalle indagini, coordinate dalla Dda di Cagliari, era emerso che l’uomo stava per ripartire per l’Iraq per poi raggiungere la Siria. L’avvocato Sollai ora chiede che al giovane venga restituito il passaporto e la carta d’identità valida per l’espatrio. L’udienza è stata fissata per domani davanti al collegio dei giudici prima sezione del Tribunale di Cagliari presieduta da Giovanni Massidda. Il 24 settembre scorso era stato, invece, il Gip del tribunale di Cagliari ad esprimersi: aveva convalidato il sequestro del passaporto e restituito a Caria il solo documento d’identità, non valido però per l’espatrio. “Caria risulta essersi recato in Siria e solo lì ha svolto delle attività nell’ambito di una organizzazione che non è il Pkk bensì lo Ypg e/o l’Ifb (International Freedom Battalion) che opera in territorio siriano per il contrasto del cosiddetto ‘stato islamico’ ovvero Califfato o Isis e alla difesa delle popolazioni curde – scrive Sollai -. L’Ypg si è dato il compito di difendere le aree siriane abitate dai curdi nei confronti del cosiddetto Califfato, dunque una finalità che nulla ha a che fare con quella terroristica descritta dalla norma incriminatrice invocata, ma a ben vedere è esattamente opposta”.

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