Bimba scomparsa, le intercettazioni: “L’ho impiccata così non soffre più”

“L’ho impiccata… così non piange e non fa”. Sono le parole che Slavko Seferovic, 28 anni dice alla moglie Dragana Ahmetovic, mentre pianificano la versione da fornire agli investigatori che lavorano nel tentativo di rintracciare la piccola Esperanza. Ma la bambina, almeno secondo la Polizia e la Dda di Cagliari, era già morta, sarebbe stata uccisa proprio dal padre e dalla madre, attualmente in carcere a Uta.

Le parole di Slavko Seferovic sono tra le tante intercettate dagli uomini della squadra mobile dal 23 dicembre scorso, giorno in cui sono arrivati a Giorgino, dopo che i vigili del fuoco avevano spento l’incendio del furgone in cui viveva la famiglia Seferovic e in cui si sarebbe dovuta trovare, almeno secondo quanto detto dai genitori, anche la bimba di 20 mesi. Un versione cambiata subito dopo gli accertamenti della scientifica: tra le ceneri di quel furgone nessuna traccia biologica, la bimba non non era a bordo al momento del rogo. A quel punto i genitori iniziano a parlare di un sequestro, di una ritorsione da parte di un gruppo di romeni per una partita di droga non pagata. Gli investigatori della squadra mobile hanno verificato ogni possibile pista e ogni ipotesi, sentito decine di persone e ascoltato ore di conversazioni.

Testimonianze contraddittorie anche negli ambienti della comunità rom: qualcuno conferma ai poliziotti di aver visto la bambina i primi giorni di dicembre, altri di non vederla da metà novembre, altri ancora di averci giocato in un parco a Cagliari. Tutte versioni diverse. Ma sono poi le intercettazioni a inchiodare padre e madre. In una conversazione del 24 novembre Slavko e Dragana, ormai mesi alle strette dagli uomini della Mobile, cercano di pianificare cosa dire. “Hai parlato con i bambini di non dire niente alle persone non rom (riferito ai poliziotti ndr)” dice Slavko alla moglie che risponde “Si l’ho detto, ho parlato con tua figlia caso mai qualcuno gli chiedesse se la sorellina fosse in macchina dietro… di dire che c’era. Lei ha detto che non c’era”. E Slavko preoccupato risponde: “Sarà lei a confessare ciò che abbiamo fatto”. Nella stessa conversazione la frase che non lascia spazio a dubbi. Slavko dice alla moglie: “L’ho impiccata… così non piange e non fa’ (cioè non soffre ndr)”.

Poi dice che avrebbe voluto confessare ma non prima di aver concordato la versione da fornire con la moglie. Nelle 68 pagine del fermo che ha fatto finire in cella Slavko Seferovic e Dragana Ahmetovic, per omicidio aggravato, occultamento di cadavere, simulazione di reato e incendio doloso ci sono queste intercettazioni ma anche tante altre che dimostrano cosa sarebbe stato inscenato per nascondere il delitto.

Rimane ancora un mistero come, dove e quando la piccola Esperanza sia stata uccisa. Può essere stata impiccata, strangolata o soffocata, ma non è stato possibile appurarlo visto che il corpicino della bimba non è stato trovato. Rimane un mistero anche il movente. Tra le ipotesi ci potrebbe essere quella legata alla cagionevole salute della bimba, molto gracile e che più volte aveva avuto in passato necessità di cure. Bisognerà attendere ora l’interrogatorio di convalida – previsto per domani – nel corso del quale potrebbero emergere nuovi elementi.

Ma.Sc.

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