Assalti portavalori, la banda paramilitare era pronta a usare un lanciarazzi

Avevano nella disponibilità Kalashnikov, esplosivi, attrezzature per tagliare le porte blindate dei portavalori e, in una occasione, avevano anche valutato la possibilità di utilizzare un lanciarazzi per far saltare un furgone, i componenti del gruppo criminale sgominato nei giorni scorsi in Sardegna in una blitz congiunto di Polizia e Guardia di finanza. L’uso della potentissima arma era stato considerato dalla banda tra settembre e ottobre del 2015, mentre studiavano l’assalto nel Campidano di un portavalori della Sicurezza Notturna.

La conversazione intercettata con una ‘cimice’, e agli atti del decreto di fermo disposto dalla Dda di Cagliari, avviene a casa del vicesindaco di Villagrande Strisaili, Giovanni Olianas, considerato la mente del gruppo. Con lui parlano uno dei ricercati e un orgolese che le forze dell’ordine non sono riuscite a identificare. Riferendosi al furgone, Olianas dice: “Questo penso lo apra pure un solo escavatore. Lo apre, se lo sbatti da dietro, neanche dal fianco, così se lo sbatti da dietro lo tagli in due”. L’orgolese propone: “Secondo te con un lanciarazzi, così se lo punta, lo buca, ce la fa a bucarlo”. Ma Olianas non ci sta e replica: “Lanciarazzi? Il lanciarazzi lo scaraventa in casino, ma stai scherzando, il lanciarazzi lo gira, lo ribalta. Esplode tutto. Sai dove lo sbatte. Quelli sono anticarro, quelli respingono un carro armato non un barattolo, così brucia tutto (riferendosi al denaro, ndr)”. Il colpo saltò perché la banda non riuscì a recuperare il mezzo pesante che serviva a bloccare il furgone blindato. Nessun commento su come recuperare il lanciarazzi, come se il gruppo ne avesse facilmente disponibilità.

Leggi anche: Assalti ai portavalori, la banda sarda progettava un colpo anche nel Lazio

Assalti portavalori, scena muta di Giovanni Olianas di fronte al Gip

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