Alcoa, pressing dei sindacati: “In settimana andremo a Roma al Mise”

“Abbiamo bisogno di avere certezze sul nostro futuro. I 12 mesi durante i quali Invitalia dovrebbe trovare un acquirente per lo stabilimento stanno passando in fretta senza che ci siano novità sostanziali. Per questo abbiamo deciso che una nostra delegazione la prossima settimana si recherà a Roma al Ministero dello sviluppo economico, per incontrare il ministro Carlo Calenda a cui chiederemo maggiori e più precise delucidazioni sullo stato della vertenza”.

È la decisione presa dai sindacati dei metalmeccanici del Sulcis Iglesiente, Cgil – Cisl – Uil e Cub dopo le numerose indiscrezioni che stanno trapelando sul futuro di Alcoa che stanno preoccupando sia gli ex operai che l’indotto. Da fonti sindacali si apprende che in questi giorni anche il gruppo finanziario newyorkese Kps Capital Partners, interessato all’acquisizione ha inviato un pool di tecnici per visionare lo stabilimento di alluminio di Portovesme. E mentre su tutta l’operazione di cessione Alcoa c’è il massimo riserbo negli ambienti ministeriali, si fanno avanti nuove ipotesi come quelle del rinnovato interesse da parte dei private equity (fondi di investimento) quale appunto il fondo Kps, per grandi gruppi o aziende industriali italiane.

Tra i soggetti interessati allo stabilimento di Portovesme, riferiscono i sindacati, c’è anche una cordata di imprenditori italiani e la Slim Alluminium che proprio in questi giorni sta perfezionando l’acquisizione degli impianti di laminazione di Fusina, anche questi ex Alcoa, dopo aver rilevato all’inizio dello scorso anno l’intero pacchetto azionario della Hydro Slim di Cisterna (Latina), anche questo un impianto che produce foglio sottile di alluminio, con circa 400 addetti. Una prospettiva, questa che i sindacati considerano positivamente perché sarebbe la naturale ricongiunzione della filiera dell’alluminio, da quella primaria (Portovesme) al prodotto finito. Intanto la svizzera Sider Alloys ha riformulato la nuova proposta d’acquisto sulla base delle osservazioni rilevate da Invitalia, che ora è al vaglio dei tecnici ministeriali.

“È necessario fare presto – incalza Renato Tocco referente Alcoa della Uilm – perché tra i nostri colleghi circa 80 hanno perso ogni forma di ammortizzatore sociale, a dispetto di tutte le promesse da parte della Regione e del Governo nazionale. Le loro situazioni familiari non consentono di rimandare oltre. Ed anche gli impianti senza manutenzioni invecchiano in fretta. Poi c’è la grande scadenza a dicembre. Se non si trova una soluzione la stessa Invitalia, cioè il Governo, dovrà smantellare la fabbrica. Una prospettiva, senza alternative, che noi rifiutiamo a priori”.

Carlo Martinelli

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