Alcoa, operai indagati a Roma. I sindacati: “Trattati come delinquenti”

Si levano all’unisono le proteste dei lavoratori Alcoa, degli appalti e dei sindacati all’indomani della notizia secondo cui 11 operai stanno ricevendo un avviso di garanzia per gli incidenti avvenuti a Roma tre anni.

Le forze dell’ordine e gli operai il 10 settembre 2012 si fronteggiarono nelle strade adiacenti la sede del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE). Quella in questione fu una delle innumerevoli trasferte romane degli operai della fabbrica di alluminio di Portovesme per manifestare contro la decisione della multinazionale americana Alcoa di fermare la produzione di alluminio nell’unico impianto italiano esistente.

“Ancora ingiustizie, dice Massimo Cara della RSU-Cisl – I lavoratori che lottano per difendere il proprio posto di lavoro e la propria dignità in questa grande Nazione vengono trattati come delinquenti. Ripensando ai disordini di quel giorno, aggiunge il sindacalista, probabilmente altre persone dovevano essere denunciate”.

La priorità della vertenza Alcoa, però, era e resta il riavvio della fabbrica di alluminio. Ne è fermamente convinto il segretario della Camera del lavoro della Cgil di Carbonia Roberto Puddu: “Le proteste che in tutti questi anni sono state portate avanti dai lavoratori avevano una sola finalità: salvare la fabbrica che dava da vivere a migliaia di famiglie. Valuteremo questi nuovi provvedimenti giudiziari nel merito e difenderemo i lavoratori come abbiamo sempre fatto. Ma questo, aggiunge Puddu, non deve distogliere l’attenzione dall’obiettivo prioritario che è la ripartenza della produzione di quella fabbrica. Sono trascorsi ormai quasi 10 mesi da quando la multinazionale svizzera Glencore e il Governo italiano hanno sottoscritto i preaccordi per rilevare la fabbrica americana. Un lasso di tempo che si è come vaporizzato senza produrre nulla. Siamo ancora in attesa del pronunciamento della commissione dell’Unione Europea che ha rinviato i termini per il suo pronunciamento a metà settembre. E da parte della Regione sarda arrivano solo silenzi che facciamo fatica a comprendere. È per questo – conclude Puddu – che mercoledì le segreterie confederali e territoriali di Cgil, Cisl e Uil hanno formalizzato una richiesta di incontro urgente alla presidenza della Giunta regionale e al coordinatore del Piano Sulcis, di cui la vertenza Alcoa fa principalmente parte, oltre il progetto Biofuel e quelli sugli investimenti turistici”.

Un incontro, quello di mercoledì prossimo, che vuole sollevare, ancora una volta, l’attenzione sull’aggravarsi della situazione economica e occupazionale del territorio e certificati dai Centri per i Servizi al Lavoro (CSL). Intanto nel presidio antistante la fabbrica Alcoa la tensione cresce per l’avvicinarsi di quella che viene vista come una sentenza da parte dell’Unione Europea. I lavoratori riflettono sul da farsi e non è esclusa una ripresa delle manifestazioni di protesta che si preannunciano ancora più dure delle precedenti.

(immagine da roma.blogosfere.it)
Carlo Martinelli

 

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