A Cabras è il giorno della protesta: “Nessuno porterà via i nostri Giganti”

“Nessuno porterà via il nostro patrimonio archeologico”. Così il sindaco di Cabras, Andrea Abis, ha concluso il suo intervento nel giorno del sit-in di protesta contro la decisione della Sovrintendenza ai Beni Archeologici di riportare le statue dei Giganti di Mont’e Prama a Cagliari per eseguire lavori di restauro. Davanti alle incertezze sul ritorno delle sculture, il Comune dell’Oristanese da settimane è in prima linea nel tentativo di trattenere i Giganti nel museo Marongiu. La richiesta dell’amministrazione comunale è quella di far eseguire il restauro a Cabras e al tempo stesso consentire la fruizione turistica durante i lavori.

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Presenti alla manifestazione, molto partecipata, tanti cittadini e amministratori locali.  “Non c’è nessun atto che garantisce il ritorno dei Giganti dopo il restauro, questo avviene in un momento in cui viviamo un periodo di crisi economica profonda” ha detto il primo cittadino “noi invece mantenendo le sculture a Cabras nutriamo la speranza di far ripartire il turismo, un sistema che nell’anno precedente alla sciagura del Covid nel Sinis consentiva di staccare 165mila biglietti”.

Un momento della manifestazione.

Abis ha definito la decisione della Sovrintendenza “inopportuna e improvvida”, slegata dalla nostra programmazione culturale e dalle necessità della comunità. “Ho cercato di spiegare le nostre ragioni ma non sono stato ascoltato. La nostra rivendicazione si basa su un accordo di valorizzazione dei reperti archeologici firmato firmato nel 2017 con il Ministero per i Beni culturali e la Regione. Prevede la collaborazione tra le parti, proprio quella a cui la Sovrintendenza con il suo atteggiamento sta venendo meno. Faremo appello al nuovo Governo per l’attuazione dell’accordo”.

Anche i sindaci dei paesi vicini si sono stretti intorno a Cabras. La manifestazione si è aperta con la mostra dei lavori delle scuole di Cabras sul tema dei Giganti. Ma come ha ricordato il sindaco c’è un sostegno trasversale alla lotta della comunità. Anche sui quotidiani di oggi sono apparse pagine a pagamento di aziende agricole a sostegno della battaglia. “La loro casa – si legge con riferimento alle statue – è la Penisola del Sinis”. In settimana la soprintendente Maura Picciau, a Cabras per un sopralluogo, aveva trovato il museo chiuso da un’ordinanza del sindaco Abis, per ragioni di sicurezza. E mentre i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale hanno acquisito tutti gli atti dello scontro tra Comune e Soprintendenza, il caso è approdato in Parlamento con diversi appelli al confermato ministro Franceschini. Intanto la petizione online creata a favore del restauro delle Statue di Mont’e Prama a Cabras ha superato le 5mila firme e si avvia al prossimo traguardo che è quello delle 7.500 sottoscrizioni.

Andrea Deidda 

 

 

 

 

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