Franco Contu: “Il progetto di Sardegna Possibile va avanti. Ecco come”

Domenica 4 maggio ProgReS (Progetu Republica Sarda) terrà il suo congresso. Dall’ex segretario nazionale Franco Contu riceviamo e pubblichiamo questo intervento.

Sono tornato da quasi dieci giorni a Cagliari e ho avuto modo di salutare tante persone che non vedevo da qualche mese, alcuni dal mio trasferimento in continente. Non di rado negli sguardi di chi mi stava di fronte leggevo un sostegno morale che di solito viene rivolto a chi ha da poco avuto un lutto e ho realizzato che molti miei amici pensano ancora che Sardegna Possibile sia reduce da un fallimento alle urne, anche se frutto di una ignobile legge elettorale.

Immerso nel mio lavoro, non mi ero neanche reso conto che un’eventuale assenza dalle scene elettorali, in questo caso dal teatro di Sassari, potesse scatenare un acceso dibattito sullo stato di salute del progetto politico che ha cambiato in meglio la politica in Sardegna (chi sa cosa vuol dire “fare politica” sa a cosa mi riferisco). Per alcuni pare che Sardegna Possibile sia morto, stravolto dall’insuccesso di non essere riuscito a entrare nel consiglio regionale più pigro della storia dell’autonomia sarda e proiettato in un domani che sembra non iniziare mai. Un domani addentato in una morsa che puzza di vecchia politica e che conosciamo tutti benissimo, sommerso nelle stanze in cui i conti non tornano mai.

In questo silenzio, in questo vuoto nel quale stanno semplicemente riposizionandosi con vecchi e nuovi nomi che faranno il proprio cattivo tempo nella nostra terra. Sardegna Possibile sta facendo quello che i sardi liberi e decisi a rovesciare le sorti del proprio futuro si aspettano che faccia: gli sta fornendo gli strumenti per partecipare direttamente al proprio cambiamento. Laddove questi strumenti sono riconosciuti vengono applicati e, nel caso di elezioni imminenti, messi nelle mani di chi ha deciso di prendersi cura della propria comunità.Questo ci ha regalato con amore e generosità la nostra Michela, che non ringrazieremo mai abbastanza.

Ecco perché non partecipare alle elezioni di Sassari ed essere presenti a quelle di Serrenti è il più grande segnale che Sardegna Possibile potesse dare. Perché fare altrimenti significava dimostrare di essere un semplice specchietto elettorale e non un grande progetto di politica partecipata e deliberativa che mira alla rottura delle dipendenze politiche, economiche e sociali della nostra terra. Siamo presenti dove è giusto essere presenti e saremo dove sarà fondamentale esserci.

Nel frattempo i soggetti che compongono Sardegna Possibile (Progetu Repubrica, Gentes e Comunidades) si stanno strutturando, consolidando forti relazioni con i 76mila sardi incontrati nel cammino, nelle forme che ritengono necessarie: ProgreS per esempio andrà a congresso domenica 4 maggio per eleggere la segreteria e i presidenti che rappresenteranno il partito nel futuro. Ci sono poi i territori e le comunità che si stanno organizzando per sfruttare al meglio le potenzialità dei metodi partecipativi che sono tantissimi e molto complessi (e grazie al cielo le avventure urbane non sono finite).

I fronti aperti si cui lavorare sono tanti e tutti importanti e le elezioni hanno certo il loro peso, politico ed economico, così com’è importante lavorare bene e con i giusti metodi e non fare passi troppo lunghi per le nostre giovani gambe. Anche se ogni tanto incontro gli amici più folli, quelli che guardano le cose come noi, ci salutiamo e alla fine chiedo sempre: “ma anche tu pensi che abbiamo perso?”, “ma perso che cosa? Siete stati dei grandi”. Siamo stati dei grandi. Ricordiamocelo sempre perché in futuro ci servirà questa carica per fare tutto quello che ci si aspetta da noi.

Franco Contu

 

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