Primarie sarde del Pd, i candidati alla segreteria: “Contrari all’accorpamento”

I candidati alla segreteria regionale del Pd spingono per non modificare la data delle primarie sarde, fissate per il 19 marzo. Pubblicate online le mozioni congressuali.

L’ipotesi di accorpare le primarie sarde del Pd con quelle nazionali non piace ai tre candidati alla segreteria regionale. “Crediamo – dicono Giuseppe Luigi Cucca, Yuri Marcialis e Francesco Sanna – che il nostro congresso vada celebrato nella data stabilita dall’Assemblea isolana, quindi il prossimo 19 marzo. Resta il fatto che la decisione finale spetterà al partito e a questa ci adegueremo”.

Il rischio di posticipare l’appuntamento sardo è emerso l’altro ieri, a margine della Direzione nazionale che ha concordato di riaprire le urne democratiche per scegliere un nuovo leader. Di qui la previsione di uno stop, a catena, per tutti i congressi locali programmati, visto che le alleanze interne al Nazareno sono destinate a modificarsi. Lo stesso Gianni Dal Moro, il garante del Pd isolano nominato lo scorso novembre, ha confermato la possibilità dello slittamento e spiegato di essere lui stesso “in attesa di indicazioni”, sebbene nell’Isola la macchina organizzativa “stia procedendo con regolarità”. Le certezze non arriveranno prima di domenica, quando a Roma è convocata l’Assemblea del partito che dovrà decidere la data delle primarie nazionali. Si ipotizza maggio, ma non ci esclude una chiamata alle urne in autunno.

Proprio per dare un segnale di contrarietà all’accorpamento con la conseguente conferma del voto sardo per il 19 marzo, Cucca, Marcialis e Sanna hanno concordato con Dal Moro la pubblicazione delle rispettive mozioni congressuali che, da questa mattina, sono online sul sito del Pd sardo (in rigoroso ordine alfabetico). Ciò che ufficialmente apre la campagna elettorale.

Cucca, nuorese classe ’57, nel suo programma parla di “connessioni democratiche” secondo “un progetto che metta al centro la condivisione e la partecipazione quale metodo di lavoro per la ricerca delle soluzioni ai tanti problemi che affliggono la Sardegna”, si legge. Cucca individua un percorso in tappe, in caso di elezione a segretario del Pd: “Recuperare la distanza tra la politica e la società, con particolare riguardo alla componente giovanile e secondo un modello di partito dialogante”; “creare di reti sociali per rimuovere le disuguaglianze tra cittadini, intervenendo sui fattori che maggiormente incidono sull’esclusione e sul divario: a partire dal lavoro, in assoluto la prima emergenza della Sardegna, e dall’istruzione, un diritto prioritario rispetto al quale è necessario contrastare il fenomeno della dispersione scolastica”. Sui grandi temi dello sviluppo ecco “la valorizzazione dei territori e la rimozione delle diseguaglianze tra gli abitanti delle zone interne e quelli delle aree più grandi“, così come “la lotta alla povertà e il recupero del gap infrastrutturale”. Poi “investimenti su nuove tecnologie, destagionalizzazione, cultura e agroalimentare”. Qui il documento completo.

Marcialis si concentra sul modello di Pd: “Vogliamo ridefinire – è scritto nella sua mozione – il nostro profilo di forza autonomistica, federata e di sinistra, e uscire dalla gravissima crisi in cui il gruppo dirigente espresso dal precedente congresso ha precipitato il partito. Vanno ripensate in particolare regole e prassi che, a livello sia nazionale che locale, hanno condotto a una sorta di bipolarismo muscolare interno, per cui chi vince diventa il padrone e chi perde ha come obiettivo prioritario scalzare i vincitori”. Marcialis, cagliaritano, classe ’73, guarda poi alla collocazione del Pd: “È importante valorizzare le esperienze e i progetti politici che in Sardegna hanno saputo guidare il centrosinistra al governo di molti Comuni, riunificando le diverse anime del partito, costruendo un solido schieramento e allargando la coalizione alle forze sardiste“. Marcialis parla anche di “un distacco crescente tra il Pd e i giovani e tra il Pd e parti estese del mondo del lavoro e della società” che sono “conseguenze di di scelte sbagliate nell’affrontare temi cruciali come la crisi economica, il dramma della disoccupazione di massa nel mondo giovanile, le crescenti diseguaglianze, la desertificazione umana e sociale di intere aree della Sardegna”. Qui il documento completo.

“Credo che il Partito democratico sardo della comunità e delle comunità – è l’incipit della mozione Sanna – abbia il dovere di essere uno strumento aperto e disponibile all’ascolto e poi capace di decidere. Vorrei che il Pd fosse capace di riattivare la partecipazione di ciascun cittadino alle decisioni che riguardano la propria vita, in ogni campo: dalla scuola alla salute, dalle politiche di sviluppo economico e del lavoro a quelle dell’ambiente e del paesaggio, secondo percorsi di partecipazione dal basso, anche sperimentando e utilizzando piattaforme digitali di dibattito e decisione”. Per Sanna, sulcitano di Iglesias, classe ’65, queste le priorità: “Abbattere la disoccupazione: i dati Istat del dicembre 2016 ci dicono che in Sardegna il tasso è vicino al 16 per cento, sui giovani tra i 16 e i 24 anni tocchiamo punte del 50″; riduzione della povertà; paesitudine; agricoltura; consulta permanente degli amministratori Pd; nuovi rapporti con lo Stato; sostegno alle imprese; nuova legge elettorale”. Quindi le “vertenze industriali aperte: dal Sulcis al Cagliaritano, dall’Oristanese al Nuorese, fino a Porto Torres e a Olbia con la crisi Meridiana”. Sanna sostiene”il reddito di inclusione sociale: occorra attuare con efficacia e decisione questa sperimentazione”. Qui il documento completo.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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