Igea, sotto inchiesta anche il nipote di Oppi. Noti i nomi di altri 6 indagati

Zio e nipote. Gli Oppi indagati per Igea sono due. Ma si conoscono anche i nomi di altre sei persone che hanno ricevuto un avviso di garanzia.

C’è anche Enrico Oppi, nipote di Giorgio, tra i 63 indagati nell’inchiesta “Geo&Geo”, ovvero la cattiva gestione di Igea scoperta dai carabinieri di Iglesias e diventata maxi fascicolo per la Procura di Cagliari che ieri ha emesso tre ordinanza di custodia cautelare contro l’ex presidente Giovanni Battista Zurru (noto Bista), il suo braccio destro Marco Tuveri e la segretaria Daniela Tidu (pm Marco Cocco, gip Giuseppe Pintori). Per Zurru sono scattati i domiciliari; Tuveri, sindacalista Uil sospeso dall’attività, è in carcere, mentre la 40enne ha l’obbligo di dimora. I tre devono rispondere di truffa aggravata, peculato, turbativa degli incanti, voto di scambio e violazione delle norme sugli appalti (nella foto Tuveri fuori dalla sua casa di Iglesias con il Suv aziendale, un Suzuki Grand Vitara, al centro dello scandalo su amanti, e motori e 16mila litri di gasolio).

Dunque sono due gli Oppi che hanno ricevuto un avviso di garanzia nel ribattezzato “sistema Igea”, cioè “il controllo economico e politico del territorio attraverso la gestione illecita dell’azienda”, fondata nel 1986 per mettere in sicurezza e bonificare le aree minerarie dismesse. La Regione è l’azionista unico della spa. E se Oppi senior, “papà Oppi”, così come viene chiamato nelle intercettazioni telefoniche, è in qualche modo considerato il super visore delle manovre Igea, suo nipote Enrico aveva un ruolo chiave nella ricerca dei consensi per il partito di suo zio, l’Udc, che, secondo la ricostruzione del capitano Nicola Pilia, ha trasformato l’Igea in un feudo elettorale, attraverso appalti truccati, assunzioni a tempo e dismissione illecita dei beni della società.

Tanto che tra gli indagati c’è pure Gian Marco Eltrudis, candidato sindaco alle amministrative di Iglesias nel 2011. Eltrudis era l’assessore al Bilancio nella precedente giunta guidata di Luigi Perseu. Tre anni dopo il salto come aspirante primo cittadino attraverso la civica Piazza Sella (nome evocativo: al parlamentare Quintino è intitolato un pozzo nella miniera Monteponi di Iglesias, ma soprattutto una piazza con statua nel capoluogo sulcitano). La lista era una emazione dell’Udc che si presentò alle urne sostituendo lo scudo crociato con l’effige di Quintino.

Eltrudis, 45 anni compiuti il 12 novembre scorso, perse sia al primo turno che al ballottaggio. Ma l’Udc, attraverso la civica, superò il 35 per cento, diventando la prima forza politica della città. I toni di Oppi, all’indomani del secondo turno il 9 e 10 giugno 2011, furono di rammarico per la mancata conquista del Municipio, ma anche trionfalistici rispetto al successo della lista, come si può verificare andando a cercare su Internet le cronache di allora. Oggi, però, stando alle carte della Procura, si scopre che molte di quelle preferenze erano voto di scambio. Eltrudis, alleato col Pdl alle amministrative 2011, chiuse il ballottaggio al 48,32 per cento, battuto dal candidato del centrosinistra Emiliano Gariazzo (51,68). Eltrudis è in carica come consigliere comunale, dove era stato eletto anche nel 2008.

Avviso di garanzia pure per Antonio Giovanni Ghiani (noto Antonello), il commissario straordinario di Iglesias per sei mesi, dopo che Perseu, a ottobre 2011, si era dimesso da sindaco. Ghiani venne nominato con decreto dell’allora presidente della Regione, Ugo Cappellacci, su indicazione di Oppi. Ghiani è indagato per abuso d’ufficio. Come risulta infatti dalle intercettazioni dei carabinieri, da ex commissario straordinario spedisce una lettera all’Igea, su pressioni di Tuveri. Obiettivo: mettere in sicurezza un muro a gabbioni. Lavoro da 140mila euro, per il quale sarebbe stata necessaria una gara d’appalto comunitaria. Ma siccome la vera finalità, sempre stando alla versione degli inquirenti, era utilizzare quell’appalto come cambiale elettorale, Tuveri e Ghiani si accordano per spezzettare il bando, con una prima tranche da 20mila euro. Le opere, definite “fasulle” dal capitano Pilia, partono pochi giorni prima delle elezioni, il cui primo turno era il 26 e 27 maggio 2011.

Ancora: nella lista Piazza Sella era candidato Marco Zanda, il consigliere comunale mancato, ma sostenuto alle amministrative 2011 proprio da Tuveri. Zanda è un altro indagato di “Geo&Geo”.

Un avviso di garanzia lo hanno ricevuto anche due imprenditori: Riccardo Putzolu e Umberto Gianluca Giganti, “coloro che vincevano sempre gli appalti Igea”, sostengono ancora i carabinieri.

Tra i 63 indagati c’è pure Francesco Pissard, candidato consigliere ad Assemini, altro Comune che per gli inquirenti è legato al sistema Igea. Pissard correva col Psd’Az nella coalizione Quattro Mori-Pdl guidata da Carla Marras, una delle 11 aspiranti sindaco. La Marras non arrivò nemmeno al secondo turno. Quelle amministrative le vinse al ballottaggio il grillino Mario Puddu. Pissard, non eletto, vive ad Assemini, ma appartiene a una nota famiglia di Iglesias. Di qui appunto i contatti con i fedelissimi dell’Udc, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti.

Con i due Oppi, più Eltrudis, Ghiani, Zanda, Putzolu, Giganti e Pissard, si conoscono così 8 dei 63 indagati di “Geo&Geo”. E sempre stando a fonti investigative, sono loro i nomi di spicco dell’inchiesta che arriva a 66 avvisi di garanzia sommando Zurru, Tuveri e la Tidu. Ma i carabinieri non hanno concluso le indagini. Il capitano Pilia continua il lavoro per il quale non si escludono altri avvisi di garanzia. Le verifiche, infatti, devono ancora cominciare su due scatoloni di documenti sequestrati ieri nelle abitazioni degli indagati.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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