Igea, tre arresti e 63 indagati. Spunta il nome di Giorgio Oppi

Giorgio Oppi è uno dei 63 indagati nell’operazione “Geo&Geo”, quella che riguarda la società Igea e all’alba di oggi ha fatto scattare anche tre ordinanze di custodia cautelare. Misure restrittive contro l’ex presidente Giovanni Battista Zurru (nota Bista), finito ai domiciliari. In carcere, invece, Marco Tuveri, autista e braccio destro di Zurru, nonché sindacalista della Uil sospeso dall’attività. Obbligo di dimora per la segretaria dell’ex presidente, Daniela Tidu.

L’inchiesta è partita a gennaio 2013 e ha fatto scoprire “una gesti0ne illecita” fatta di appalti truccati, assunzioni a tempo e regali agli amici. L’Igea è una controllata della Regione, azionista unica. È stata fondata nel 1986 per gestire la messa in sicurezza e le bonifiche delle aree minerarie dismesse. Per tutti le ipotesi di reato sono peculato, turbativa degli incanti, truffa aggravata, voto di scambio e violazione delle norme sugli appalti.

Stando alle carte della Procura e dei carabinieri, “Marco Tuveri aveva due amanti. Una era Daniela Tidu“, hanno detto i carabinieri durante la conferenza stampa organizzata poche ore dopo il blitz. È quindi una storia di illeciti e anche di sesso quella scoperta dai militari di Cagliari e di Iglesias nell’inchiesta “Geo&Geo” con la quale Tuveri è finito in carcere.

Per l’accusa, “Tuveri, tra le altre cose, con una serie di artifici prendeva il carburante di Igea, lo conservava in un silos da 600 litri e lo distribuiva alle due amanti che hanno un Suv, ma anche agli amici”. Non solo: “Nell’orario di lavoro Tuveri, che con Zurru da dipendente di quinto livello è diventato autista dell’ex presidente e suo braccio destro, andava con le sue amanti nei ristoranti o a cercare funghi nel Nuorese. Il tutto usando la macchina della società pubblica, e si trattava di un altro Suv, un Suzuki bianco Grand Vitara”.

Nella foto proiettate dai carabinieri si vede infatti l’auto parcheggiata davanti alla casa di Tuveri a Iglesias. Il sindacalista è anche accusato di furto di materiale edile che “veniva sempre preso dai magazzini di Igea, conservato in un locale della miniera di Masua e utilizzato per usi propri o per fare regali a chi assicurava voti”. E qui l’inchiesta si sposta appunto sul voto di scambio per le elezioni comunali 2013 nel capoluogo sulcitano e ad Assemini, “dove col sistema Igea e le azioni illecite sono stati sostenuti un candidato sindaco in ciascuna delle due città e le rispettive liste. Ma nessuno dei due aspiranti primi cittadini è stato eletto”.

L’inchiesta “Geo&Geo” riguarda la gestione di 600 milioni, soldi dati dalla Regione tra al 2009 e al 2014, secondo i calcoli dei carabinieri. Tra gli indagati ” anche un consigliere regionale (Oppi appunto, ndr), politici locali e imprenditori”.

Alessandra Carta

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