Rwm, per la fabbrica di bombe “che promuove la salute” utile oltre 15 mln

La prima novità, scorrendo le 113 pagine dell’ultimo bilancio della Rwm, proprietaria della fabbrica di bombe di Domusnovas, depositato alla Camera di commercio di Brescia, è il capitale sociale: se valeva 2 milioni di euro nel 2016, ora è salito a 10, suddiviso in 400 mila azioni del valore nominale di 25 euro. I ricavi delle vendite e delle prestazioni hanno invece superato i 90 milioni di euro (erano poco più 71 milioni nel 2016), quasi paritariamente suddivisi tra ambito UE ed extra UE. Grande balzo in avanti anche per le disponibilità liquide: se nel 2016 il saldo in deposito bancari e postali assommava a 585mila euro, oggi vale oltre 15 milioni di euro, mentre i costi di produzione superano i 68 milioni di euro, segnando un incremento di 13 milioni rispetto al 2016 in ragione della significativa crescita dei ricavi originati dalle vendite di beni e prestazioni.

Tra i principali costi si rilevano quelli per materie prime, materiali e attrezzature (23 milioni di euro), per servizi (circa 25 milioni) e per il personale (circa 20 milioni, erano poco più di 15 nel 2016, di cui poco meno della metà per retribuzioni di lavoratori facenti capo ad agenzie interinali e di somministrazione lavoro). La forza lavoro della Rwm risulta essere, complessivamente, di 171 unità lavorative, 91 a Domusnovas e 80 a Ghedi, (con un organico medio annuo di 161): 3 i dirigenti, 107 gli impiegati e 61 gli operai, con un incremento di 19 unità rispetto al 2016 (tra quest’ultime, solo 4 a tempo indeterminato), il tutto a fronte di un utile d’impresa netto 2017 che ha superato i 15 milioni di euro. Ai lavoratori di Ghedi, peraltro, viene applicato il contratto dell’industria metalmeccanica, a quelli sardi di Domusnovas il contratto dell’industria chimica.

La relazione sullo stato di gestione

Dal documento si apprende che i ricavi delle vendite e prestazioni hanno raggiunto l’importo di 90.482.806 milioni di euro, con un incremento pari al 27% rispetto al già florido 2016, così ripartiti: extra UE 48%, UE 46%, Italia 6%. La società dichiara inoltre di avere un portafoglio ordini che ha raggiunto i circa 510 milioni di euro, sufficiente a mantenere l’attuale livello produttivo per i prossimi 4/5 anni. I principali ordini acquisiti nel corso del 2017 sono relativi allo sviluppo e alla fornitura delle famigerate bombe d’aereo che hanno sollevato nel Paese un vero e proprio vespaio di polemiche, denunce e critiche. L’utile di esercizio, pari a 15.102.703 milioni di euro, marca un sensibile aumento rispetto ai 12 milioni rilevati alla chiusura del 2016 e ai 4 del 2015, tanto che il patrimonio netto della società è salito ad oltre 54 milioni di euro (nel 2016 era poco più di 39).

La gamma di prodotti proposti sul mercato è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2016 e si articola in 4 tipologie: bombe d’aereo, mine marine, esplosivi, prestazioni per conto terzi. Anche la composizione del portafoglio clienti è rimasta praticamente identica: le principali aree geografiche e gli utilizzatori finali dei prodotti e servizi Rwm si trovano in ambito extra UE (81%), mentre la quota restante è suddivisa tra UE (18%) e Italia (1%). Gli investimenti realizzati nel 2017 ammontano a 6.779.216 euro e sono relativi, tra l’altro, a macchinari, attrezzature, sicurezza, vigilanza, protezione delle informazioni, realizzazione di nuovi depositi e conversione locali.

Lo stato patrimoniale attivo ha visto l’incremento di 1.233.847 euro per lavori di ristrutturazione ed ampliamento dei reparti produttivi e del fabbricato industriale di Domusnovas, attività che a detta della società sarebbero “sostanzialmente ultimate a fine 2017”, mentre per gli impianti e i macchinari l’incremento è pari 1.622.616 euro. In relazione all’andamento della gestione, sulla base del primo trimestre 2018, la società prevede per l’anno in corso un fatturato ulteriormente in crescita, che viene stimato in circa 95 milioni di euro. L’entrata ordini è prevista in non meno di 37 milioni di euro e i mercati principali di interesse su cui saranno concentrati gli sforzi commerciali saranno quelli del Medio Oriente, Africa, Sudest asiatico, Australia ed Europa comunitaria.

Domusnovas

Nel 2017 l’azienda ha registrato un forte aumento del carico di lavoro rispetto al 2016, tanto che da dover ricorrere a 3 turni di lavoro, avvicendati 7 giorni su 7, su quasi tutte le linee di produzione, peraltro arricchite di nuove macchine utensili e per la verniciatura. La società, poi, dichiara di avere raggiunto livelli record di produzione anche con la messa a punto di nuovi armamenti (Paveway IV-TP, Vulcano 76/62 BER, Carica CM108 ed MK82-EG) e con “ottimi risultati”.

Rischi e autorizzazioni

Rwm Italia Spa ha già ricevuto le licenze di esportazione dei materiali di armamento per la maggior parte dei contratti in essere al 31 dicembre scorso. A causa delle incertezze di carattere geopolitico in alcuni paesi in cui opera, l’azienda non esclude “il possibile rischio che le licenze di esportazione possano non essere rilasciate o subire ritardi o possibili arresti sulla base delle posizioni politiche che verranno assunte dal prossimo Governo italiano”. Più precisamente mette nero su chiaro che “qualora tali rischi divenissero realtà, la società sarebbe costretta immediatamente ad un drastico ridimensionamento sia degli investimenti, sia del numero dei lavoratori dipendenti e somministrati”.

La responsabilità di un possibile allungamento dei tempi di rilascio delle autorizzazioni comunali ed eventualmente regionali alla realizzazione delle migliorie allo stabilimento di Domusnovas viene attribuita – così si legge nel documento – “all’influenza sulla pubblica amministrazione causata dalla pressione mediatica a livello locale generata dalle associazioni contrarie all’esistenza dello stabilimento”. Tuttavia, secondo la Rwm, “non si vedono difficoltà di carattere tecnico del rilascio di tali autorizzazioni”, nonostante l’iter sia ancora in corso.

Il costo del lavoro

Il rapporto tra costo del lavoro e ricavi (inclusivo del lavoro interinale e di somministrazione) permette di valutare quanta parte dei ricavi è stata assorbita dal costo del personale. Per il 2017 l’incidenza percentuale del costo del lavoro sui ricavi è stata pari al 24%. Così, a fronte del ricavo per lavoratore impiegato, che assomma a oltre 251mila euro, il costo complessivo non supera i 60mila euro per lavoratore. La società ha fatto sempre più ricorso a contratti di somministrazione lavoro a tempo determinato attraverso agenzie interinali, raggiungendo 220 unità, in grandissima parte concentrate nello stabilimento di Domusnovas e per la qualifica di operai (solo 30 i contratti di questa fattispecie a Ghedi) e la a forza lavoro femminile non supera un sesto di quella complessiva maschile. Per l’anno in corso l’azienda prevede che il personale dipendente cresca fino a 185/190 unità.

La promozione della salute

La società, con non poca enfasi, dichiara di avere partecipato al Progetto WHP (Workplace Health Promotion), con attività legate alla promozione del benessere e alla sensibilizzazione contro l’abuso di alcol e sostanze vietate (non meglio precisate), con ottenimento dell’accreditamento “Azienda che promuove la salute” per il 2017. Nel 2016 si era distinta per la promozione della corretta alimentazione e per il contrasto al fumo di tabacco. Ci si interroga se la produzione di bombe abbia portato benessere e soprattutto promosso la salute oltre i più stretti confini di Domusnovas.

Massimo Manca

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